“Il quorum non è stato raggiunto ma di due cose siamo certi. La prima è che la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas rimane una colossale ingiustizia, in contrasto con le regole del diritto UE sulla libera concorrenza. La seconda, è che non sarà certamente il mancato raggiungimento del quorum a fermare un cambiamento del modello energetico che sta già mettendo le fonti fossili ai margini, perché esiste un altro scenario più conveniente, pulito, democratico. La nostra battaglia continua e la straordinaria mobilitazione dal basso organizzata in poche settimane, malgrado disinformazione e inviti all’astensione, dimostra il consenso di cui gode tra i cittadini il tema dello sviluppo sostenibile, per combattere i cambiamenti climatici e far crescere le energie pulite”. Questo il commento del Gruppo di lavoro Intercircoli della provincia di Ragusa di Legambiente ai risultati del referendum sulle trivellazioni. La campagna referendaria, secondo l’associazione ambientalista ha messo in evidenza come l’ambiente sia diventato oggi una questione centrale per i cittadini e trasversale agli schieramenti politici. “Il Governo Renzi, malgrado gli inviti all’astensione e le politiche a favore delle fonti fossili, dovrà prenderne atto e accelerare sulle scelte di tutela degli ecosistemi e di sviluppo incentrato sulle fonti rinnovabili. L’Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l’utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l’autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l’efficienza energetica”. Legambiente annuncia quindi che nei prossimi giorni presenterà una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede concessioni illimitate per le estrazioni di petrolio e gas. Continuerà la battaglia affinché si intervenga da subito sulle numerose criticità emerse rispetto alle attività estrattive in mare, a partire dalla dismissione delle piattaforme che già oggi non sono più attive e per stabilire royalties giuste per tutte le attività estrattive, cancellando un sistema iniquo per cui larga parte delle concessioni non paga le royalties e chi lo fa le deduce dalle tasse. “In tutto il mondo – spiega Legambiente – si sta andando verso una tassazione legata alle emissioni di gas serra per spingere gli investimenti verso l’efficienza e il nostro Paese avrebbe tutto l’interesse ad andare in questa direzione cancellando privilegi assurdi per i petrolieri”.