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16/05/2016 -

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FEDERICO PICCITTO E L’EGUAGLIANZA D’AULA

AAA-opposizioni-cercasi-300x200La definizione chiara e brillante sulla situazione del governo a Palazzo dell’Aquila dopo che il sindaco ha perso la maggioranza per una catena di imperizie, viene dal dottore Giorgio Massari che da un po’ è approdato al circolo della sinistra Pd, quello di Gianni Battaglia. Ed è appunto il secondo circolo Pd, l’unico  che mantiene un’ossatura valoriale diversa dal renzismo, che ha chiamato la stampa per offrire alle masse lo spiegone della situazione venutasi a creare da quando la lista Partecipiamo è uscita dalla giunta. Il resoconto registrato delle parole di  Massari, Mimmo Barone e  Gianni Battaglia lo si trova  su internet ed è la lettura puntuale di quanto accaduto con l’elezione di Tringali, l’aumento di tasse della bolletta idrica, la tassa di soggiorno, casi e temi approfonditi in più articoli, nel recente passato, da Tele Nova. Tre le tesi del secondo circolo Pd. La prima. Non avendo più maggioranza i cinquestelle sono costretti, tradendo tutti i loro annunci e principi di autosufficienza e diversità, a trovarsela di volta in volta, e, in questo affanno hanno chiuso, non a caso, un’intesa con il consigliere Maurizio Tumino portatore di interessi particolari riferibili al mondo dell’imprenditoria e del turismo, leggi Giovanni Occhipinti. Seconda tesi. C’è una regia in questa formazione consociativa che vede coinvolti anche i due consiglieri Pd Mario Chiavola e Mario D’asta, ad opera di Nello Dipasquale così come dimostrato dalle frenetiche e molteplici incursioni di quest’ultimo  la sera che fu eletto presidente del consiglio Antonio Tringali quando molti consiglieri ammisero o esibirono ai cronisti i loro cellulari con le chiamate del deputato che premeva per la votazione verso il rappresentante cinquestelle. Terza tesi. Mario D’Asta che partecipa a questa pasticciata maggioranza, che plaude alla distribuzione delle royalties ragusane studiata da Dipasquale (proposta per fortuna bocciata),  che non si allinea alla lotta per la conservazione di strutture e servizi cancellati dal nuovo piano ospedaliero, che fa la figuraccia di annunciare la bocciatura di Marina di Ragusa per la bandiera blu, non può più rappresentare il partito democratico nella sua interezza né esserne il capogruppo. L’analisi è lineare e funzionale. Serve a caratterizzare una diversità rispetto al proprio partito, ai liberali conservatori rappresentati da Tumino, ed ai cinquestelle. Tuttavia questa doverosa azione di denuncia che si sviluppa in un racconto unitario sulle carenze di governo e sugli arrangiamenti dei rappresentanti del popolo manca di respiro alternativo che ancora si deve trovare. Siamo alla fase iniziale di osservazione, condanna, opposizione dell’opposizione con un solo uomo in aula – che non sa più dove sedersi non potendo condividere il banco con Cip e Ciop, i due Mario  del Pd – costretto ad intese variabili con una complicatissimo consiglio.  La realtà d’aula descritta da Battaglia, Massari e Barone è più complicata di quella offerta che ritrae Maurizio Tumino nelle parti del  lupo cattivo, e Dipasquale Matrix degli iblei, e più sofferta perchè evita di soffermarsi sulla debilitante guerra interna al Pd. In verità non  c’è uno scambio consociativo organico e costruito tra cinquestelle e resto del mondo – lo stravolgimento della tassa di soggiorno è stato solo un cedimento  rabbioso ed isterico del gruppo cinquestelle che per mostrare i muscoli al sindaco si è gettato nelle accoglienti braccia di Tumino – e le impressioni raccolte e descritte dal Pd minore, antirenziano e di sinistra, non determinano ancora una decisione in quanto i tormenti della sinistra Pd sono ancora tutti da vivere. Comunque iniziano le manovre per il futuro.  Ebbene, se Federico Piccitto e il suo governo sono stati e sono l’unica soluzione allo sconquasso creato da Nello Dipasquale che ha annientato in un sol colpo la destra e la sinistra ragusana  (in  questo è autenticamente renziano), e non c’è più condivisione ideale e progettuale e soddisfazione amministrativa con il governo cinquestelle, dovrà essere il Pd di sinistra – se non vince al suo interno, e non vince – a mettere in piedi un fronte democratico e progressista per la città di Ragusa. Massari parla di eguaglianza d’aula. Felicissima definizione. Massari, Iacono, Città o quel che ne resta, Sinistra Pd  sono già un listone. Maurizio Tumino se non sarà catapultato nel Pd con la protezione e il calcio di Dipasquale sarà anch’egli costretto a una lista civica, così come la Migliore (a cui pare che l’Udc abbia vietato l’uso del simbolo).  Il Pd renziano ci sarà comunque ed anche i cinquestelle che al momento privi di energia creativa e intellettuale tirano a campare, ma raccolgono sia i voti di opinione che quelli di gestione e possono riprendere fiato in aula se tessono provvisorie intese con Partecipiamo. L’ambiguità e la parità dettata dall’eguaglianza d’aula è il dato di partenza di questi due ultimi anni di governo Piccitto, e l’uscita dall’ambiguità è la chiave di volta per capire se la sinistra troverà corpo e sostanza. La condizione ragusana rappresenta bene il sentimento nazionale del popolo di sinistra che non può riconoscersi in Renzi: rinascere o adattarsi ai cinquestelle.

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