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18/05/2016 -

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FEDERICO PICCITTO, L’UTOPIA IRREALIZZATA E L’ARMONIA DA RITROVARE

Federico PiccittoL’attentato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, scampato ad un agguato mafioso, aiuta a riportare in superficie la storia recente della nostra Ragusa  (meno di una decina d’anni addietro), la ragione per cui i ragazzi cinquestelle hanno vinto, le difficoltà del loro governare. Cosa c’entrano le fucilate lungo la Cesarò –San Fratello con la nostra comunità? Ebbene, è appunto sull’uso del nostro patrimonio naturale che ci circonda, dal parco degli iblei al piano paesaggistico, che i sentimenti dei ragusani politicizzati si sono divaricati – era il 2010- in due fronti: uno maggioritario, trasversale e fortissimo includente tutte le associazioni di categoria ed i corpi intermedi che avevano come loro massimo rappresentante il compianto Pippo Tumino, e l’altro che ebbe come protagonisti Giovanni Iacono e alcuni movimenti ambientalisti. E’ in quell’occasione che inizia a fondersi l’intesa e il rapporto in nome della laboriosità d’impresa ragusana tra la sinistra moderata e realista e l’ex sindaco Dipasquale che sfocerà dopo qualche anno nell’ingresso  nel Pd. E’ in quell’occasione che la  sinistra ragusana perde totalmente voce e lucidità e si piega, temendo di perdere la fiducia e la relazione con il mondo degli operai trasformati in imprenditori, ad una visione di crescita felice stile anni 70 non percependo l’arretratezza di quel pensiero. E’ nel piano paesaggistico e nel parco degli iblei che il Pd si rivela balbuziente, indeciso, poco interessato, incapace di cogliere la novità e lascia campo libero all’ex sindaco che conquista l’accesso nello spazio tradizionale della sinistra ragusana. Qualche giorno addietro la Regione ha approvato il piano paesaggistico, condividendone pienamente i concetti di protezione, salvaguardia e difesa del territorio dalla speculazione edilizia, quello stesso piano che secondo il Dipasquale di qualche anno addietro – ora non si pronuncia –   “soffoca l’economia iblea”. In base a questo piano fra qualche settimana arriverà in aula al consiglio comunale di Ragusa la norma che vieta l’esplorazione petrolifera, punto forte del programma cinquestelle. Non dimentichiamo che la vittoria tre anni or sono del sindaco Piccitto ha tra le principali fortunate concause la presa a cuore di una sensibilità ambientalista che senza clamore si infiltrò tuttavia nell’elettorato ragusano che aveva intuito la nascita di un blocco trasversale di potere sradicabile solo con la novità cinquestelle. Oggi il governo Piccitto soffre di utopia irrealizzata e di attriti interni – a tal proposito sarebbe assai interessante sapere se c’è un dibattito seppur segreto sulla vicenda Pizzarotti per capire quali sono i limiti posti dalla ditta Casaleggio al libero pensiero, e per confrontare la relazione base- vertici nelle due realtà Parma Ragusa- – e non esiste più maggioranza cinquestelle in aula. Ritrovare quindi un’intesa con Giovanni Iacono su un tema importantissimo come quello dell’articolo 48 è indispensabile e non solo per questione numerica, ma per ridare un senso morale e civico all’azione politica che invece rischia di essere scarnificata, tecnicizzata, automatizzata e ciò costituisce la morte politica dei cinquestelle. Non è vero che ci sia un inciucio in corso a Palazzo, anzi il rischio non è la commistione bensì l’autoisolamento. I cinquestelle si comportano da idioti se non riescono a comprendere che la loro resistenza in vita è data  dall’armonia progettuale da ricostruire con Partecipiamo. Stupidissimi dunque gli attacchi di queste ore riguardo la delibera sul Gal condotta in porto grazie alla tattica minuziosa adottata da Iacono con la sua astensione e l’incoraggiamento nei riguardi della Sigona che si è espressa favorevolmente. I cinquestelle potranno continuare ad oltranza la loro battaglia contro l’assessore Martorana – possono stravolgere il bilancio, farne uno d’aula, condannare la tassazione eccessiva che ci massacra, come sottolinea con puntualità il consigliere Maurizio Stevanato – ma la loro maturità sarà valutabile solo dal rapporto con Partecipiamo e con Iacono a cui va riconosciuta  quell’impronta di modernità che ha forgiato i ragazzi ragusani confluiti poi nel movimento di Grillo. Insomma urge Iacono, altrimenti sono guai. Vogliono andare avanti o autodistruggersi, i consiglieri pentastellati? C’è persino un altro consigliere, Gulino,  che si è rotto e vorrebbe andar via. S.O.S. Cercasi Di Maio per salvare il Federico superstite. L’altro, Pizzarotti, è veramente un giovane denso e in gamba e pare che il nostro sindaco lo stimasse e ne capisse, da amministratore , gli affanni.  Segreti stellari! Poveri Federichi!

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