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22/05/2016 -

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PETROLIERI ALL’ASSALTO DEL COMMISSARIO MONTALBANO: DENUNCIA DI LEGAMBIENTE

politica-abruzzo_rapporto-legambiente-sul-consumo-di-suolo-in-abruzzo1Riceviamo e pubblichiamo: “Con la pubblicazione su un quotidiano nazionale del 18 maggio, che non è letto in Sicilia, parte l’iter per le trivellazioni sul territorio di Scicli. La società Irminio, la società americana  che sta trivellando lungo il corso del fiume irminio in territorio di Ragusa a poche centinaia di metri dal territorio di Scicli, ha infatti avanzato al Ministero dell’Ambiente una richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale su un progetto relativo alla Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi  che fa riferimento al  Decreto Assessoriale n. 190 titolo minerario “Permesso di Ricerca Idrocarburi Scicli” rilasciato in data 2 aprile 2014 dall’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana. La ricerca di idrocarburi è finalizzata all’individuazione anche nel territorio di Scicli di depositi di olio e gas già rinvenute nella piattaforma Vega a mare, lungo il fiume Irminio e nei giacimenti di Ragusa, Tresauro, Gela e in numerosi altri. Ecco che si materializza da qui a pochi anni la minaccia delle trivelle accanto all’ufficio del commissario Montalbano. E così si rischia l’addio al miracolo turistico di Scicli. L’impianto di trattamento dei rifiuti in contrada Cuturi contro il quale l’intera città si è schierata non è che l’avanguardia delle trivelle. Infatti l’impianto di contrada Cuturi tratterà i rifiuti liquidi provenienti dalle trivellazioni petrolifere. Già oggi l’A.Ci.F lo fa, in piccolo, trattando fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite che sono tipiche delle trivellazioni di petrolio. E considerato che quasi tutta la provincia di Ragusa è soggetta a ricerche di petrolio, ecco che qualcuno ha pensato bene di portarsi avanti costruendo un nuovo grande impianto di trattamento rifiuti da petrolio. A Scicli si vuole replicare, in dimensioni più ridotte, la situazione della Basilicata con i campi pozzi di Viggiano e Tempa Rossa e gli impianti di trattamento dei rifiuti liquidi derivanti dalla produzione di petrolio. Solo che in Basilicata il petrolio non ha portato nessun vantaggio per la popolazione locale, ma una situazione, dopo lo scandalo che ha costretto alle dimissioni il ministro Guidi, che il procuratore nazionale antimafia Roberti ha così definito: Siamo di fronte a una organizzazione criminale di stampo mafioso, organizzata su base imprenditoriale”, aggiungendo poi che “ dispiace rilevare che per risparmiare denaro ci si riduca ad avvelenare un territorio con meccanismi truffaldini”. Scicli non ha bisogno certamente di ciò”. Firmato Legambiente

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