Questo l’allarme lanciato dai forconi:”Non abbiamo la palla di vetro, ma sommessamente ci permettiamo di segnalare che tra qualche settimana, almeno nella fascia costiera della Sicilia sud orientale, potrebbe scoppiare l’emergenza siccità. Aspettare per credere! Forse non è una novità , ma se a volerci far notare segnali inediti e preoccupanti sono agricoltori ottantenni, che per la prima volta si accorgono di fatti mai visti prima , forse sarebbe meglio che chi dovrebbe occuparsene cominci a farlo, per capire se è o non è il caso di preoccuparsi o se invece siamo solo noi che rischiamo di essere denunciati per procurato allarme. Quel che è certo è che già ora nel Siracusano e nel Ragusano alcuni pozzi trivellati mandano segnali di secca e che nella piana di Gela gli invasi sono talmente al minimo che nessuno è in grado di assicurare l’irrigazione per la nuova campagna. Non bastasse già questo, a creare ulteriore ansia, ci si mettono pure i consorzi di bonifica, che in Sicilia producono la modica spesa complessiva di circa ottantacinque milioni, e che vedendosi stanziare dal Governo regionale appena un terzo di quella spesa, hanno già annunciato ai loro utenti che dovranno farsi carico del resto che manca alla totale copertura finanziaria, costi assolutamente proibitivi che in pochi saranno in grado di onorare. La natura quest’anno è stata particolarmente avara, le precipitazioni sono arrivate col contagocce , ma c’è qualcosa che fa da ciliegina sulla torta: se a scendere di livello di qualche metro è il Po, nei media nazionali scoppia l’allarme siccità al Nord, se è il Sud a rimanere a secco in maniera davvero preoccupante il silenzio è tombale. Resta il fatto che oggi da più parti a parlarne allarmata è gente che quasi da “guardiano dei territori”, almeno per alcune zone dell’isola, non ricorda annate siccitose di questa portata. Si può fare qualcosa o ci conviene organizzarci per la danza della pioggia ? Qualcuno ci rassicuri”.
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