Blocco dei contributi previdenziali. Con un piano di sostegno economico per le aziende serricole. Iniziando dal credito agrario a tasso agevolato per le strutture di piccole e medie dimensioni. Una pacchetto di interventi per dare “ossigeno” alle aziende agricole che hanno sofferto per il mancato reddito. Lo chiede Confagricoltura Ragusa al governo della regione. Non contributi economici ma un piano strutturale con i pagamenti dei contributi previdenziali che dovranno essere posticipati.”Siamo in una situazione di vera e propria emergenza sociale –spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonio Pirrè – l’annata agraria, nel suo insieme, è andata molto male con i prezzi al di sotto dei costi di produzione. Adesso si rischia la desertificazione del territorio con molte imprese che hanno dismesso gli impianti in piena produzione”. Una vera e propria emergenza sociale che i governi Crocetta e Renzi continuano a mascherare. “Il governo non deve chiedere nessun tipo di autorizzazione all’Unione Europea –assicura Pirrè – in caso di mancato reddito, per motivi urgenti e non più procastinabili, i pagamenti vanno rimandati”. La stagione agraria lungo la fascia costiera del ragusano, da Donnalucata a Marina di Acate, si chiude nel modo peggiore. La melenzane viene conferita alle industrie conserviere a 7 centesimi al chilo, il peperone ha subito un tracollo nell’ultima settimana con una quotazione pari a 50 centesimi, la zucchina 15 centesimi e il pomodoro 30. “L’annata agraria è quasi ultimata – aggiunge Massimo Catalano, presidente della Coldiretti di Santa Croce Camerina –con i prezzi degli ortaggi che non hanno superato i settanta centesimi al chilogrammo. La presenza di troppa merce, da paesi concorrenti, ha stritolato l’economia della provincia. Oggi l’80 per cento delle nostre aziende produce in perdita in un contesto economico sempre più difficile”.Il rischio che migliaia di piccole aziende agricole rimangano definitivamente fuori dal mercato è concreto ed è tale da tracciare un incontenibile decadenza dell’intero settore primario rendendolo sempre più marginale rispetto ai mercati nazionale ed internazionale. Una crisi gravissima, che tende ad assumere carattere strutturale, attraversa l’intero sistema agroalimentare che non ha più prospettive di certezza per il suo futuro.