“Dio odia le donne”, titolo dell’ultima fatica letteraria di Giuliana Sgrena edita da Il Saggiatore, non è certamente il primo libro a parlare del difficile rapporto tra l’universo femminile e le religioni, prime tra tutte quelle monoteistiche abramitiche, ma ha il pregio di essere attualissimo e dunque tarato sulla percezione che si ha oggi dei fenomeni religiosi e sull’influenza che questi hanno nelle società del terzo millennio. Il punto di vista è quello di una donna che non solo ha vissuto a stretto contatto, oltretutto in modo drammatico, con culture tra le più misogine che ci siano, ma è anche dichiaratamente atea e come tale non scade nella facile difesa del tradizionalismo culturale. Al contrario, risulta chiaro che una concreta emancipazione delle donne è possibile solo virando in direzione di società sempre più laiche rispetto a quelle attuali, sia nel mondo arabo in cui la donna è perfino costretta ad annullare la sua personalità dietro a un velo, sia in quello occidentale dove i diritti riproduttivi faticano a superare il filtro di retaggi familisti e natalisti. Per usare le parole della stessa Giuliana Sgrena: «Dio odia le donne perché meglio morta che libera». L’autrice presenterà la sua opera al pubblico della provincia di Ragusa in un doppio appuntamento. Venerdì 1 luglio alle 21.30 presso la libreria Ubik di Marina di Ragusa, sul Lungomare Andrea Doria all’altezza del civico 13, e sabato 2 luglio alle 19.00 presso Café Art Gallery, in via Aleardi a Scicli all’interno del Palazzo Favacchio-Patanè. A dialogare con l’autrice ci saranno Valentina Accaputo e Corrado Corliti. Gli appuntamenti sono organizzati dal circolo Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di Ragusa, dalla libreria Ubik Terramatta e da Scicli Albergo Diffuso. L’ingresso è libero.