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28/09/2016 -

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RAGUSA, LA MORTE DI VIA ROMA: “NON E’ COLPA DELL’INSTALLAZIONE SUL PONTE” DICONO GLI ARCHITETTI

 

linstallazione-sul-ponte-nuovoDopo la protesta dei commercianti di via Roma per la condizione di crisi delle loro attività, il Consiglio dell’Ordine degli architetti di Ragusa e il Consiglio della Fondazione Arch Studi e Ricerche Architetti nel Mediterraneo esprimono solidarietà agli operatori del settore. “Il centro storico di Ragusa superiore ha bisogno di azioni concrete di recupero urbanistico, rivolte principalmente a rivalutare sia il tessuto residenziale, permettendo così l’insediamento di nuovi abitanti, sia i numerosi edifici specialistici esistenti da riconvertire a nuove funzioni culturali e di servizio”. Così gli architetti ragusani che ricordano come nel 2014 organizzarono un workshop internazionale, con la partecipazione di numerose Università straniere, sul tema del recupero di Ragusa superiore. I risultati del workshop, i progetti di cinque aree sull’asse della via Roma, elaborati dai gruppi di lavoro, sono stati consegnati all’amministrazione. “Questi progetti- dicono gli architetti –  potrebbero costituire il punto di partenza di un’azione di recupero e rivalutazione del centro. Quest’anno la Fondazione Arch, insieme all’Ordine degli architetti di Ragusa, ha voluto, nell’occasione della 2° edizione di Architettura Oggi, intraprendere un’azione concreta di recupero di una infrastruttura importante presente in via Roma e cioè il Ponte Nuovo. E’ stata realizzata l’installazione che ha ospitato ad oggi tre mostre: Terremoto Italia dal Belice all’Emilia che vuole sensibilizzare la popolazione sulla necessità della prevenzione e della sicurezza antisismica, tema quanto mai attuale; la mostra dei progetti degli architetti iscritti all’ordine di Ragusa, che vuole sensibilizzare i cittadini sul ruolo importante dell’architettura di qualità; la mostra di fotografia Città e Territorio, effettuata in sinergia con il Ragusa Photo Festival. Le tre mostre sono state visitate da migliaia di persone, centrando, a nostro parere, l’obiettivo di contribuire a rivitalizzare tutto l’asse viario di via Roma. L’installazione stessa ha avuto numerosi e positivi apprezzamenti, perché ha recuperato una parte di città, il ponte, prima adibito a parcheggio. Con questa installazione temporanea, abbiamo voluto puntare i riflettori sulla necessità di effettuare un’azione concreta di iniziative e manifestazioni che puntino alla rivitalizzazione della via Roma. Il documento dell’Ascom in cui si chiede l’immediata rimozione dell’installazione sul ponte Nuovo, ci trova assolutamente contrari, lasciandoci molto perplessi, perché pensiamo che non bisogna, sul tema della riqualificazione del centro città, creare contrapposizioni. A questo proposito abbiamo, in occasione delle mostre, cercato contatti con alcuni commercianti di via Roma e con l’Ascom, che tra l’altro ci ha concesso anche il patrocinio, per organizzare eventi collaterali alla manifestazione Architettura Oggi. Purtroppo su questo piano i commercianti non si sono mossi e non hanno potuto o non hanno ritenuto opportuno organizzare nessun evento collaterale. Ecco perché con il nostro documento invitiamo l’Ascom, i commercianti di via Roma, e non solo, ma anche i rappresentanti dell’associazione Insieme in Città, a un tavolo congiunto con l’Amministrazione comunale, per discutere di come poter predisporre strumenti ed azioni finalizzati al recupero e alla rivitalizzazione del centro storico di Ragusa superiore”. La Fondazione Arch ripristinerà le tavole dell’installazione, purtroppo oggetto di atti vandalici, per poi proseguire organizzando una importante mostra che vedrà la partecipazione di tutti gli architetti italiani sul tema “Changing Architecture” Paesaggi e Città, il valore dell’architettura. Gli architetti ragusani concludono la nota con questo auspicio:” Tutti abbiamo lo stesso obiettivo: quello di contribuire positivamente a fare del centro di Ragusa superiore un luogo di civiltà e di vivibilità che possa essere all’altezza dello straordinario patrimonio storico che ci è stato tramandato”.

 

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