Per l’indiano accusato di aver tentato di rapire una bimba nella spiaggia di scoglitti l’agosto scorso la vicenda è chiusa. E’ arrivata la sentenza di non luogo a procedere. Visto che è stato espulso non verrà a conoscenza del fatto che non c’è nemmeno bisogno del processo per chiarire i fatti di cui era stato accusato ingiustamente. Del fumus di reato, nessuna traccia. Lo ha deciso il Tribunale di Ragusa. Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Biagio Marco Giudice, «resta solo il rammarico di non potere informare il signor Lubhaya – che si è sempre dichiarato innocente – sarà difficile per lui sapere che non si è proceduto nei suoi confronti. La vicenda del fermo e della scarcerazione dopo poche ore dell’uomo aveva scatenato una serie di polemiche. E aveva portato all’invio di ispettori alla Procura di Ragusa da parte del ministro Andrea Orlando. I magistrati della Sottosezione di Ragusa della Anm avevano espresso la loro solidarietà alla collega Giulia Bisello: «non solo si è attenuta alle norme del codice di procedura penale, che prevedono non possa disporsi il fermo di una persona per un delitto per il quale la legge stabilisce la pena della reclusione inferiore nel minimo a due anni, ma anche ad un principio fondamentale del nostro ordinamento, e ragione profonda del nostro essere magistrati: ricercare, studiare, valutare la concreta e vera dimensione del fatto per cui si procede, coglierne la portata e misurare la conseguente risposta cautelare o sanzionatoria”.
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