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12/10/2016 -

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PICCITTO E LO SGUARDO LUNGO DEI CINQUE STELLE

federico-piccitto-grilloE’ a Bari il nostro sindaco, all’assemblea dei comuni italiani per tuonare che l’Anci o la si riforma oppure non è all’altezza dei valori personificati dai primi cittadini cinquestelle eletti dal popolo. Federico Piccitto che per tre anni non ha mai manifestato una grande affezione ed empatia con il suo partito (ricordiamoci che non fu nemmeno invitato quando Luigi Di Maio, l’anno scorso, in missione privata, visitò alcune realtà imprenditoriali di Ragusa e Siracusa) in poche settimane è entrato a pieno titolo nella macchina propagandistica del movimento. Comizietto al raduno di  Palermo, articolone nel blog di Grillo per raccontare le meraviglie del futuro sistema di raccolta dei rifiuti che ci renderà più moderni degli svedesi, e infine oggi una intervista su una radio nazionale per dire che l’associazione dei comuni italiani è uno strumento vecchio nelle mani del Pd; cos’é questo improvviso impegno politico che lo fa girare come una trottola rendendolo simbolo della rivoluzione? Cos’è cambiato dai tempi – era solo l’inverno passato-  quando senza timore di essere ascoltato definiva imbecilli i consiglieri, se ne sbatteva di curare i rapporti con i leader del movimento, raccontava di ammirare Pizzarotti? E questo cambio di pelle è forse il segno di un ritrovato gusto nel tentare di mutare i destini del mondo tanto da scendere in campo e scatenarsi  come un don Chisciotte? Magari fosse così! Come sarebbe incoraggiante trovare un riferimento nei cinquestelle ragusani per discutere del mondo  e per lagnarsi delle soverchierie e del malaffare! Sogno che ci sei … cantava un romanticissimo Mingardi  (Sanremo 1993). Negativo. Non c’è manco una sede cinquestelle a Ragusa. Federico Piccitto, ragazzo scaltro, scuola salesiana, si è solo messo in linea con l’unica regola del movimento: proclamarsi  diversi, unici, migliori, enciclopedici. Una performance facile per un giovane intelligente come il nostro sindaco che ha ben compreso quel che il  movimento chiede: null’altro che questa ostentazione cheguevarista. Quindi Piccitto dopo aver ottenuto la resa incondizionata dei gruppo consiliare, umiliato, può dedicarsi a tempo perso ai carosello della ditta Grillo –Casaleggio ed entrare nelle grazie di chi conta. Delle idee del movimento non c’è stata traccia in questi anni di governo. Sappiamo tutti che se c’era una sola speranza di sperimentare uno dei punti fondanti del programma cinquestelle, ossia il reddito di cittadinanza, l’unica città d’Italia dove poteva ipotizzarsi questa manovra era ed è Ragusa, comune sano dal punto di vista finanziario, ed invece non solo non c’è possibilità di realizzare il punto, ma ci ritroviamo massacrati di tasse dall’inossidabile coppia Piccitto Martorana – basti pensare al canone idrico e all’Imu seconda casa. E allora? E’ finita così: se vogliamo goderci un po’ di movimentismo dobbiamo azzerare ogni facoltà critica e credere oltre ogni ragionevole dubbio, e quando appare il volto sereno del sindaco esclamare: Vedi un po’ il nostro ragazzo! oppure imprecare e dare una testata nel muro. Perché sono cresciuti così in fretta e male i nostri grillini? Tutto era tollerabile, ma vederli in così poco tempo divenire dei professionisti della furbizia e del disincanto è veramente amaro. Leggiamo nel sacro blog della raccolta dei rifiuti migliore d’Italia – peccato che in tre anni abbiano fatto proroghe su proroghe a Busso, peccato che la gara oggetto di orgoglio che contagia lo Stivale sia stata stilata da Claudio Conti poi cacciato, peccato che a Busso non abbiano mai chiesto indietro i milioni di euro che doveva restituire, peccato che la gara sia ferma, peccato che alla gara si siano presentate solo due ditte…peccato. Hanno fiuto, però, i giovanotti di Palazzo, sono rivoluzionari fuori e yuppie dentro, ritengono di poter ambire tutti a divenire deputati. E così coltivano il vero sogno… Antonio Tringali, presidente del consiglio comunale, quello piccoletto simpatico, quello ca futtiu Giovanni Iacono, uno che sa come girano le cose umane e riceve cittadini e tenta di destreggiarsi tra il vecchio e il nuovo accontentando finchè si può… deputato a Palermo; Stefano Martorana che non essendo riuscito -ahinoi!-  il colpo di sbolognarlo alla Raggi quando non si trovava un cane per la carica di assessore al bilancio, deputato pure lui; Salvatore Corallo grand commis per ogni tipo di governo; il blocco dei consiglieri comunali da Spadola, alla Disca, alla Zaara Federico.. TUTTI SOGNANO. E Piccitto? Come minimo ministro. E i titoli? Fedeltà e simpatia. Scusate, ma non erano le doti che servivano nel partito del Cavaliere? Ah no!, qui è diverso, lì bisognava possedere morale duttile, qui basta il cervello debole. E’ volgare citare i grandi della letteratura, comunque ripensando a quando Piccitto parlava di imbecilli torna in mente quella frase di Flaubert che descriveva due suoi personaggi brav’uomini: “Non sono propriamente degli imbecilli, hanno molti sentimenti ed embrioni d’idee che fanno fatica ad esprimere. La stupidità dei miei brav’uomini mi pervade”. Ecco siamo pervasi anche noi. Guardate quest’ultima consigliera appena subentrata: Maria Rosa Marabita. Mettetele una incerata verde come grembiule, due guanti sino ai polsi, un coltellaccio in mano a mondare verdure  e lei che se la ride soddisfatta quando sente rotolare dal palchetto la testa mozzata dalla ghigliottina. ZAC!  E’ la rivoluzione ragazzi!  Dio della politica aiutaci tu! Facci amare la nostra epoca, offrici un catalogo poco poco più vasto alla voce classe dirigente, libera le anime di questi giovani dall’ingordigia del potere. Amen. Per gli appassionati del volo. Ultime aeroporto. Si profila Occhipinti presidente, amministratore delegato Dibennardo -meglio inteso come Il Cognato-  e se proprio si vuole ottenere la tripletta che pacifica tutti, un direttore manager amico di Digiacomo che dia un po’ di tono. Per finire. VIVA LE DONNE TRICOTEUSES! Siam qui liberi e civili grazie anche a loro. Speriamo che le Marie Rose cinquestelle guardino il potere con quel ghigno cattivo lasciando ai peggiori il sogno di carriera.

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