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13/10/2016 -

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RAGUSA, LA PROTESTA DI PARTECIPANTI CONCORSO VIGILI URBANI: ” SIAMO VIGILI USA E GETTA”

img_20161013_102946Il gruppo consiliare di Partecipiamo chiede all’amministrazione quali intendimenti ha nei confronti dei vincitori del bando di concorso pubblico, con tanto di prova selettiva, per esami per personale della Polizia Municipale. I consiglieri di Partecipiamo -Giovanni Iacono e Mirella Castro – chiedono perchè a fronte di una carenza cronica di personale della Polizia Municipale non vengono, assunti, i vincitori della prova selettiva del 2010 per i quali si sono disattese le diverse sentenze (favorevoli agli aspiranti vigili)  del TAR Catania. “Perchè si è scelto di rendere precari chi, aderendo ad un bando pubblico, si è sottoposto ad esami e si utilizzano, invece, stabilmente personale ‘volontario’ che riscuote  continui rimborsi spese? Per anni si sono alimentate speranze ad aspettative a persone che hanno svolto, nel tempo in cui sono stati chiamati,  il servizio con grande professionalità e preparazione e, adesso, con sempre più i capelli bianchi e famiglie a carico questi malcapitati vivono in una condizione permanente di precarietà nell’attesa di soli due mesi di servizio l’anno”. E proprio giovedì mattina davanti Palazzo dell’aquila tre “vincitori” di quel concorso hanno inscenato una protesta davanti ai cancelli. Tre uomini si sono legati con una corda alle inferriate del Palazzo di Corso Italia e su un cartellone alle loro spalle c’era la scritta  “Vigili urbani usa e getta”. Giuseppe Bagarella, Attilio Barrera e Stefano Lo Presti, parlano di un diritto negato. La selezione pubblica avvenuta con il sindaco Nello Dipasquale si rivelò immediatamente un gran pasticcio: non scaturì alcun graduatoria, la prova a quiz fu fonte di inenarrabile caos. I tre che oggi protestano sono stati chiamati solo per due estati, solo per quattro mesi. “È una assurdo se si pensa che nonostante manchino più di venti unità, si sceglie di ricorrere annualmente a delle associazioni sperperando denaro pubblico”.  Ora si chiede che Piccitto sistemi la questione.

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