L’atroce disgrazia che ha colpito la famiglia Canzonieri per la morte della loro congiunta Pamela orribilmente uccisa in Brasile è la triste occasione per riflettere sul rapporto con le istituzioni quando un cittadino si trova catapultato in una vicenda così grave e pesante che supera la “normalità” di un lutto. Ricordiamo tutti cosa accadde a Santa Croce per la morte del piccolo Lorys: il presidente della regione Crocetta che si era recato in visita dagli Stival fu travolto dall’ira di una parente del bambino che cacciò dalla casa l’uomo politico respingendo rabbiosa quella testimonianza di vicinanza e affetto. Una reazione illogica e immotivata che ci ricorda quanto il dolore possa straziare la mente e mescolare disordinatamente le sofferenze private con un ormai diffuso disagio per la difficile realtà quotidiana resa ancor più dura da una società troppe volte ingiusta. La fine della povera Pamela ripropone questa incomprensione e lacerazione tra vittime e istituzioni. E così i familiari accusano il sindaco di Ragusa e il governo nazionale di lontananza, di abbandono, di disinteresse, e persino per una manifestazione di ricordo della giovane donna si intima al primo cittadino di non partecipare. Nelle stesse ore in cui la stampa diffondeva il Non gradito rivolto a Piccitto correva la notizia che il deputato Dipasquale aveva consegnato ai Canzonieri un assegno di seimila euro offerto da Giuffrè – l’americano miliardario di New York- per il trasporto della salma. E’ vero che chi governa attualmente Palazzo dell’Aquila appare a tratti sfingeo, ma in cosa ha sbagliato il sindaco? Solo adesso, dopo giorni, si parla di omicidio, e comunque la prudenza e il rispetto verso la famiglia in un momento così delicato erano l’unico atteggiamento serio e composto oltre, si intende, a un contatto con le forze dell’ordine che seguono il caso per dichiarare la piena e assoluta disponibilità alla collaborazione per tutti gli ambiti in cui l’amministrazione cittadina può rendersi utile. Il cortocircuito disperazione intima – conflitto con il mondo del potere sempre cattivo e irraggiungibile però era già scattato, ed è qui che si inserisce l’ex sindaco con il suo gesto che eccita ancor di più questa tensione. L’Italia è un paese piccolo e pieno di difetti tuttavia la Farnesina, con qualsiasi governo, ha storicamente dimostrato serietà, competenza, umanità, sempre. Il compito della politica locale è quello quindi di sostenere e rassicurare i familiari della povera Pamela riguardo la ricerca della verità nel lontano Brasile invece di rafforzare un sentimento comprensibile e ciononostante errato di solitudine. Nessuno dimenticherà questa giovane, come nessuno dimentica Giulio Regeni ucciso in un paese travagliato e misterioso come l’Egitto. Esiste, deve esistere perché è il collante della nostra comunità, lo Stato come padre e madre delle nostre vite, e negare questo legame profondo che ci unisce nella fratellanza democratica significa mandare per aria l’unica certezza di solidarietà intrinseca alla nostra nazione e alla nostra tradizione. Il ricco Giuffrè d’America è liberissimo di aiutare la famiglia Canzonieri e di offrire denaro, e questo gesto è generoso e rispettabile, ma non può essere un rappresentante della politica, Nello Dipasquale, a sostenerlo e a farsene portavoce avvalorando così quell’idea di superamento e di disprezzo per le istituzioni ritenute lontane e inavvicinabili che sta riempiendo il cuore spezzato della famiglia Canzonieri. Non doveva, Dipasquale, intrufolarsi in questa tragedia sventolando l’assegno di Giuffrè e offrendosi all’opinione pubblica come colui che ha soluzioni alternative allo Stato – il Comune e la Farnesina sono in grado e disponibili a intervenire per il trasporto, ancora da effettuare, della salma. Rieducare a sentire la dignità delle istituzioni per essere un tutt’uno con esse nella richiesta di verità da parte dei Canzonieri: questo è il dovere della politica nel condividere il lutto per la perdita di Pamela. La compassione è ammirevole, ma non può sostituire i nostri diritti; Dipasquale la smetta di puntare sulle soluzioni degli amici miliardari e trovi qualche ragione ideale per assolvere al suo ruolo politico.
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