Maria e Lucia, due donne che parlano con gli occhi. E’ questo il tema caratterizzante, scelto dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, in vista della celebrazione in onore della santa martire in programma, come sempre, il 13 dicembre all’ospedale Maria Paternò Arezzo, nel reparto oculistico. Gli appuntamenti saranno così articolati. A partire dalle 10 visita e benedizione agli ammalati nei reparti. Alle 10,45 ci sarà un breve incontro sulla prevenzione degli occhi e della vista a cura di un medico del reparto. Si farà anche cenno ai danni causati alla vista dall’uso continuo di tablet, cellulari e Pc, aspetto molto sottovalutato da tutti. Poi, alle 11, il direttore dell’ufficio diocesano della Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, presiederà la funzione religiosa con il rito della benedizione degli occhi. Spiega don Occhipinti: “La Chiesa siracusana vanta origini apostoliche in quanto San Pietro, nel 39 d.C., inviò Marciano a Siracusa, divenuto primo vescovo, per fondare la prima Chiesa Cristiana d’occidente, così come testimoniato dall’iscrizione presente in Cattedrale: “Ecclesia Syracusana Prima Divi Petri Filia Et Prima Post Antiochenam Christo Dicata”. Ma non possiamo non ricordare la permanenza dell’apostolo Paolo nella città: “Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni” (At 28,12). La Chiesa siracusana, però, venera e contempla due figure importanti nel panorama ecclesiale: la patrona Santa Lucia e la Madonna delle Lacrime. Lucia vede per prima la luce di Cristo e una volta vista non volle più abbandonarla andando contro quella che è la vita quotidiana, le ricchezze, il prestigio per seguire il “Messia dai profeti annunciato”. Maria con il suo “sì” diventa la madre di Gesù e a Siracusa piange. Il messaggio eloquente delle Lacrime è un ammonimento a seguire la retta via. Una madre piange quando vede i suoi figli soffrire, gli stessi figli che Lucia curò distribuendo i suoi averi a chi ne aveva di bisogno e intercedendo dall’alto presso Dio quando la Sua città ne aveva bisogno, esempio fra tutti la carestia del 1646. Ecco perché la celebrazione prevista il 13 dicembre nel reparto oculistico al Paternò Arezzo si carica di significato e di emozione”.