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15/12/2016 -

Cronaca/

LIBERATA DA SCHIAVITU’ UNA GIOVANE MAMMA COLOMBIANA

l-c-1995

d-m-1980

La Polizia – Squadra Mobile di Ragusa, Siracusa e Commissariato di Lentini – ha liberato una giovane mamma colombiana ed ha arrestato i rumeni L.C. classe 1995 e D.M. classe 1980 per riduzione in schiavitù e furto aggravato di energia elettrica. La Squadra Mobile di Ragusa veniva informata da un centro antiviolenza ibleo che il numero verde nazionale dedicato alle donne vittime di reato aveva ricevuto una richiesta d’aiuto da New York  dai familiari di una giovane mamma colombiana. I parenti erano disperati perché la congiunta versava in grave pericolo in quanto ridotta in schiavitù dal compagno, nonché padre del bambino, e da un altro rumeno. Le indagini dopo poche ore portavano gli investigatori a credere che la donna si trovasse nel comune di Lentini. Dopo i dovuti accertamenti ed il sopralluogo effettuato dagli investigatori ragusani e siracusani, veniva individuata l’abitazione dove probabilmente si trovava la donna. Domenica mattina all’alba i poliziotti si appostavano davanti casa e dopo pochi secondi facevano irruzione trovando, tra gli altri, la donna ed il figlio. La vittima era disperata e quando si è resa conto della presenza della Polizia di Stato è scoppiata in un pianto liberatorio con la poliziotta che la prendeva in consegna. La donna ha denunciato di essere stata un “oggetto” per l’uomo che aveva conosciuto all’estero e che aveva seguito in Italia solo perché lui la ricattava di toglierle il bambino avendole sequestrato i passaporti. I dettagli della denuncia sono stati particolarmente cruenti e tra le cose meno gravi commesse dal compagno L.C., vi era lo sfruttamento “lavorativo” della vittima che consisteva nel mandarla a chiedere l’elemosina insieme al figlio in tenerissima età e con qualsiasi condizione climatica. La donna poi, era costretta a dare tutto il ricavato di ogni giornata di accattonaggio senza poter tenere per se alcuna somma di denaro. Il suo aguzzino ha tentato inoltre di avviarla alla prostituzione ma la donna cercava sempre scuse perché in compagnia del piccolo fino a quando si è confidata con la madre e la sorella dimoranti a New York. La vita per la vittima era un inferno, costretta a stare con lui, anche sessualmente, perché non poteva andare via senza documenti, non poteva tornare nel proprio paese e temeva anche di essere considerata clandestina. La donna veniva quotidianamente vessata e ridotta in uno stato psicologico tale da non permetterle alcuna via d’uscita. Era costretta a vivere in una casa fatiscente ad a lei era riservata la parte più sporca e fredda. Dopo che la vittima è stata accudita e messa in una condizione di sicurezza, ha potuto chiamare i parenti in America per rincuorarli e ringraziarli di averla salvata facendo quella telefonata al centro antiviolenza. L.C. e D.M. sono stati arrestati per il reato di riduzione in schiavitù. La donna ed il piccolo sono stati affidate ad una comunità in località segreta e sono già in corso le pratiche per regolarizzare la posizione sul territorio nazionale.

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