Il Dottore Salvatore Martorana fresco di dimissioni dalla giunta ha rilasciato un’intervista in cui se la prende con i consiglieri cinquestelle dal comportamento irresponsabile che hanno creato la crisi e l’uscita di Partecipiamo dalla squadra assessoriale, affermando che il sindaco Piccitto viene così danneggiato e che il gruppo grillino se lo può scordare di rimuovere l’assessore Stefano Martorana dato che quest’ultimo, insieme a Iannucci, costituisce una coppia fidata e imprescindibile per il primo cittadino. Le parole dell’ex assessore, assai sbrigative e semplici, sembrano sfuggire dalla perturbazione in corso trovando riparo nella superficialità degli accadimenti e della realtà – la rozzezza e l’ingratitudine grillina e le prerogative che la legge dà ai sindaci –dimenticando, però, la storia della città e ciò che avvenne con Tonino Solarino che vide protagonista anche Giovanni Iacono allora segretario della Margherita. Solarino fu sfiduciato dalla coalizione che lo aveva eletto, in quanto le liste e i partiti di riferimento non si riconoscevano più nei comportamenti e negli atti dell’allora sindaco. La questione allora ruotava tutta sullo scollamento fra sindaco e progetto complessivo dell’area di maggioranza e su patti siglati tra sindaco e partiti che a detta di quest’ultimi non furono rispettati. La vicenda è speculare all’attuale, anche se i toni e gli umori di oggi sono meno drammatici e ultimativi. Lì tutto nacque dalla valutazione del sindaco di mandare a casa il suo vice Giovanna Di Paola che non risultava più in sintonia con il primo cittadino (scelta che mandò in escandescenze la coalizione che aveva individuato nella Di Paola la garante, in quel momento, del legame tra le parti); oggi, invece, sono i consiglieri cinquestelle che non ritengono l’assessore al bilancio portatore dei loro valori e programmi. Il nodo centrale è sempre lo stesso: sindaci che per colpa di questa stramaledetta legge elettiva divengono o rischiano di trasformarsi in padroni incontrastati e assoluti dei palazzi, e coalizioni deluse che annaspando tentano di riportare i primi cittadini ad una dimensione di ascolto reciproco e compartecipazione di governo. Partecipiamo che si ritiene, giustamente, offesa dalla vicenda della presidenza del consiglio non può non considerare questo aspetto che riporta a un principio ideale –il ruolo fondamentale dei partiti e dei programmi – e non ricordare quella esperienza già vissuta. C’è un altro punto da rilevare. Se il principio di condivisione di governo, e via dicendo, era valido con Solarino che fu eletto sulla scia di una fiducia e simpatia popolare che si era accresciuta negli anni e che lo aveva offerto alle masse in veste di leader, come mai non riconoscere che quel principio su cui tra l’altro si fonda il movimento cinquestelle è più che mai valido con Piccitto, eletto senza alcuna connotazione da leader? Forse si vuol rimuovere quella amara vicenda di Solarino alla luce dei risultati, l’elezione di Nello Dipasquale, ma sarebbe un processo di revisione maldestro perché basato esclusivamente sulle conseguenze di quella lotta politica e non sulla inesauribile bontà del principio che condusse all’epilogo di quella esperienza di governo. C’è un’altra sfumatura su cui riflettere e che riporta al concetto di sindaco leader. Il dottore Salvatore Martorana ritiene che Piccitto sia stato danneggiato – ciò è indubbio- e colpito nel suo essere leader avendo subìto le scelte di maggioranza e l’elezione di Tringali. E non funziona così la faccenda, carissimo Salvatore. Non si può essere leader a fasi alterne o a convenienza. Perché Federico Piccitto, in qualità di sindaco leader, quando il gruppo consiliare dibatteva sul che fare con Iacono non ha preso il timone di quella barca già sulla rotta di un iceberg? Insomma, Partecipiamo non può semplificare uno scenario confuso e complesso e comunque, per certi elementi, ricco di dignitosissima ribellione da parte dei cinquestelle. Ed ora passiamo dal mondo del passato, e dei ricordi barbosi dei vecchi, ai nostri fanciulli. C’è da morire dal ridere. Piccitto e Martorana Stefano nella loro coloratissima stanzetta, a porte chiuse, godono del loro autorevolissimo gioco di cui conoscono tutti i comandi, tutte le parole segrete, tutte le mosse per evitare che il nemico penetri. La frase più azzeccata e divertente proviene oggi dall’assessore Corallo che disturbato al telefono -da chi scrive –per avere reazioni ufficiali ha apposto su Whatsapp il sibillino messaggio: “Continua il silenzio degli innocenti”. Fantastico! Epperò un grillino si è esposto eccome: l’ingegnere Davide Brugaletta. E qui arriviamo alle comiche, con tutta la simpatia per questo giovane consigliere pentastellato che fra l’altro è equipaggiato – e non è poco! considerata la comitiva – di ottima educazione e gran garbo. Brugaletta si è accorto, dopo due giorni, che il gruppo era stato un po’ preso per il naso riguardo ad un ordine del giorno sulla vertenza Versalis presentato da Insieme che ribadiva l’importanza dell’attività industriale derivante dall’estrazione del petrolio (era un codicillo inserito a fine testo in modo tale da non fare irrigidire i cinquestelle che infatti hanno votato l’atto) ed ha tentato di correre ai ripari confermando vicinanza ai lavoratori e lontananza dal petrolio. Cosa c’è di comico? Riportiamo testualmente, da Brugaletta Davide: “Oggi si riesce a produrre combustibile dalle alghe, dal legno e dalla polpa di carruba, che, tra l’altro, fu l’argomento della mia tesi di laurea”. La polpa di carruba, Santo Cielo! Sarà verissimo nessuno lo mette in dubbio, e allora diamo la formula agli americani e risolviamo i problemi del pianeta! Sono così ‘sti ragazzi, nel caos totale che li lascia sbalorditi e paralizzati, poi tirano fuori la chiave di volta per la salvezza. Scusate, c’è chi ha fatto la tesi ”Come uscire dal casino quando si governa?” . Sarebbe una gran trovata, meglio della polpa di carruba.