Il gesto dell’ombrello compiuto dalla consigliera ex cinquestelle ora alleata di Sonia Migliore, Emanuela Nicita, costringe la protagonista a spiegarsi. Quueste le parole della Nicita: “Chi non è stato presente alla seduta Consiliare dell’altra notte nella quale, lo ricordo, è dovuta intervenire la polizia non solo per placare gli animi, ma anche per raccogliere la denuncia dei consiglieri di opposizione ai quali l’Amministrazione Piccitto ha negato il diritto di conoscere gli atti su 20milioni di variazioni di bilancio “urgenti”, non può comprendere quanto l’ambiente fosse carico di frizioni e non può sapere a quante e quali provocazioni e angherie abbiamo dovuto subire. Dico questo, non per cercare giustificazioni al mio gesto, quello dell’ombrello, decontestualizzato e fatto diventare virale così, senza che se ne capissero le ragioni né gli umori di un’intera aula, ma cerco solo di far comprendere ai cittadini l’esasperazione cui ogni giorno l’Amministrazione Piccitto spinge i membri dell’opposizione, con atteggiamenti arroganti e facendosi beffe di ogni forma di rispetto e della democrazia. Un gioco, il loro, nel quale sono caduta scioccamente, reagendo in modo davvero indecoroso per un Consigliere comunale in una sede istituzionale, nel bel mezzo di uno scontro politico di grande importanza. Per questo chiedo scusa a tutti i cittadini ragusani per l’offesa che ho arrecato loro con il mio comportamento, sicuramente il più “colorito” tra tutte le urla, malignità, sbeffeggiamenti che si sono sono visti in quell’aula nella notte tra il 30 e il 31 dicembre. Atteggiamenti in alcuni casi assai più gravi del mio “vaffa”, consentiti da un Presidente del Consiglio dalle maglie troppo larghe e che non può più avere la fiducia di nessuno. La seconda carica elettiva più importante della città dovrebbe sapere che il suo è un ruolo super partes e invece si trova a fare il Presidente di metà Consiglio. Non ha mai tentato di stemperare i toni, nell’ultima seduta, e anzi ha contribuito con le sua grida e con la pessima gestione dell’aula a inasprire gli animi. Tringali avrebbe dovuto sospendere la seduta molto prima, e invece è stato lui il vero regista di uno spettacolo indecente nel quale il mio contributo è stato quello di una semplice comparsa, magari un po’ una caricatura”.