Quanto vale una balla positiva in termini di consenso? Il calcolo è semplicissimo. Fa punteggio la lontananza: più si è distanti dalla verificabilità della notizia più il cittadino tende alla creduloneria e all’entusiasmo. Insomma da Messina in poi forse se la sono bevuta che Ragusa ha superato Londra e Berlino per la facilità, modernità e organizzazione dei trasporti pubblici così come un tiratissimo Lugi Di Maio ha raccontato in TV, e la questione non è tanto smentire – figuriamoci se il nostro sindaco ha voglia di deludere un capoccia del movimento (farebbe solo la parte dell’imbecille), o di spiegare (potrebbe essere una ipotesi verosimile) che aveva incontrato di sfuggita Di Maio a Roma mentre era in missione per il progetto della metropolitana di superficie e che questa semplice comunicazione era stata ripescata dal vicepresidente della Camera e data in pasto ai telespettatori italiani in un momento di confusione e affanno per i misteriosi affari della Raggi – quanto piuttosto capire cosa spinga i cinque stelle a nutrirsi di frottole. Tutti noi ragusani siamo consapevoli che i nostri mezzi pubblici fanno veramente schifo e che questa condizione è il ritratto reale e perfetto di una città che, al di là della finzione scenica, – dal barocco ai costosissimi video commissionati dall’amministrazione (sarà una febbre perniciosa e contagiosa che ha attaccato chi gestisce potere, dall’Asp al Comune -pare non campino senza filmetti di propaganda!) – non ha né la voglia né la tensione di divenire città mantenendosi in un limbo rovinoso e logorante tra il salto agognato e il compiacimento infantile e rassicurante offerto dall’eterno iperpaesello. E proprio il trasporto pubblico – ossia il primo elemento chiaro e distinguibile della vita di città e dell’emancipazione dei territori dalla stasi rurale – è l’irrisolto, per definizione, della nostra comunità non rassegnata alla periferia e però paralizzata in questa triste condizione. Il trasporto pubblico inesistente riflette la non città, e quindi ci troviamo in uno stallo medioevale cupo nell’aspetto e traboccante speranza nei cuori. Cupezza e sogno: il brodo ideale di coltura dei grillini. E arriviamo ai ragazzotti Piccitto e Di Maio. Sono bugiardi strutturati come guappetti che resistono davanti ad ogni evidenza di misfatto? Senz’altro no, e non solo per assenza di trascorsi bensì per mancato allestimento: i cinque stelle non hanno scuola di partito, formazione, militanza obbligatoria, vantano una costante improvvisazione seppur poggiata su una traccia comune che è l’aspetto altamente preoccupante del loro non agire politico e, in questo caso, della puttanata sparata da Di Maio: i grillini mortificano la ragione, sia la loro, intimissima, sia quella collettiva. Ora percepiamo la loro nuance antidemocratica che sta nel rifiuto della ragione. La democrazia infatti è la forma migliore di governo per l’uso costante della ragione in tutti settori del vivere, dalla politica alla economia, mentre il grillismo volge a forme irrazionali, magiche, quasi religiose (mancanza di dubbio, fede nel capo, orgoglio avanguardista) che tranciano la cultura della ragione ossia del pensiero alimentato e rafforzato dallo scambio interumano. In questa chiave possiamo anche credere che il trasporto pubblico a Ragusa sia eccellente ed è superfluo ritenere che Piccitto debba in queste ore provare vergogna. E allora facciamoci un bel giro nel bus, quello che passa ogni 4 minuti esatti e che attraversa h24 Ragusa, ancor meglio se equipaggiati con apposite App da telefonino inseribile ad ogni fermata e caricabile dentro il mezzo dove è fattibile durante il percorso – sfilando davanti ai numerosi locali nella smagliante notte iblea – indirizzare lo iphone sul cartellone e prenotare un posto per lo spettacolo successivo. Mirabilia Urbis! E così ci spieghiamo anche il sondaggio di queste ore che dà al 38 per cento i grillini nelle prossime elezioni regionali. Basta ricordarsi le indicazioni di Indro Monatanelli nel 1976 – “Turiamoci il naso e votiamo Dc”- e parafrasarle: “Al di là della ragione votiamo i 5 stelle!”. Senza fretta però. Non scappano mica: spazi e sogni sono raggiungibilissimi: passano continuamente, i mezzi.
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