Utilizzava un tesserino per il trasporto dei disabili, intestato alla suocera, per faccende personali. Da un paio di giorni il veicolo era stato attenzionato, poiché parcheggiato in Corso Umberto a Modica negli stalli riservati ai diversabili sul quale era esposta un’autorizzazione oramai in disuso seppure non scaduta. Sabato scorso, avendo reiterato la sosta con la medesima modalità, si è proceduto a sanzionare il veicolo. Dopo oltre un’ora, la conducente del mezzo si è presentata al Comando di Polizia Locale chiedendo conto e ragione per la multa. Alla contestazione, ha ammesso che la titolare dell’autorizzazione era la suocera la quale era stata accompagnata dalla parrucchiera. Poco dopo, l’interessata, a specifica domanda, cambiava versione sostenendo che aveva accompagnato la congiunta a casa. A quel punto, attraverso il dispositivo di controllo anagrafico, si procedeva a un accertamento immediato dal quale emergeva che la titolare della concessione era deceduta nel mese di dicembre del 2011 e che, dunque, il tesserino non era stato riconsegnato come previsto dalla legge. L’automobilista, una 48enne residente a Modica, forniva altre versioni per giustificare l’utilizzo improprio, nonostante la contestazione della mendace dichiarazione: “Non sapevo che il tesserino andasse sostituito”, “Ero convinta che fosse un tesserino per trasporto generico di disabili tant’è che lo utilizzo quando vado a Rosolini da mia sorella che ha un figlio disabile e così lo accompagno”. La donna, a questo punto, è stata generalizzata e deferita alla Procura della Repubblica per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Nonostante si trovasse in un ufficio di polizia giudiziaria ha continuato a fornire inutili giustificazioni “esortando”, addirittura, gli ufficiali presenti a “chiudere un occhio”.