La guardia di finanza ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip presso il tribunale di Ragusa, nei confronti di un imprenditore indagato per il reato di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento, scaturito da complesse indagini durate oltre un anno sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Ragusa, Dott. Carmelo Petralia, è stato eseguito a Bagnacavallo (Ravenna) nei confronti di G.S., classe ‘63’, rappresentante legale della società che ha avuto in gestione il “Mediterraneo Palace Hotel” di Ragusa. Le indagini, focalizzate su un arco temporale compreso fra il 2011 e il 2016, sono state condotte anche attraverso il minuzioso esame dei movimenti bancari del soggetto indagato e di una serie di società collegate operanti sul territorio della provincia di Ravenna, hanno fatto emergere una rilevante distrazione di utilità e beni societari, per un ammontare complessivo di oltre 2.300.000 euro. Il consistente depauperamento della cassa societaria, finalizzato principalmente a frodare i numerosi creditori della società, sottoposta alla procedura di concordato preventivo, è stato perpetrato attraverso una serie di articolati artifizi contabili e sistematiche fittizie cessioni di quote, da contestuali ed immotivate svalutazioni di partecipazioni societarie, da continui cambi di sede, da ripetute alternanze dei vertici delle imprese coinvolte, nonché dalla falsificazione dei libri e delle scritture contabili al fine di ritardare il più possibile gli effetti del fallimento, ormai inevitabile stante la grave situazione di decozione in cui versava la società. È stato acclarato, inoltre, che le somme distratte sono state utilizzate anche per l’acquisto di due terreni edificabili, ubicati in provincia di Ravenna e poi fittiziamente ceduti ad un’altra società coinvolta nell’illecito piano criminale, avente sede in Roma ma sempre amministrata dall’indagato G.S., in violazione alle norme sul riciclaggio. Il Tribunale di Ragusa ha inoltre emesso apposito decreto di sequestro preventivo dei citati terreni aventi un estensione complessiva di quasi 8000 mq quali provento del reato di bancarotta fraudolenta ed il cui valore stimato ammonta ad oltre 2.000.000 di euro. Le indagini hanno consentito, inoltre, di denunciare alla locale Procura della Repubblica, ulteriori cinque soggetti ritenuti responsabili in concorso con l’arrestato dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e false comunicazioni sociali, alcuni dei quali già gravati da precedenti specifici e tratti in arresto nel mese di luglio 2016, dalla Guardia di Finanza di Ravenna, nell’ambito di un filone investigativo che aveva consentito di sequestrare un noto complesso alberghiero insistente nel ravennate.