E’ un colore difficile, apparentemente benevolo e chi lo indossa è persona troppo presa dalla propria identità tanto da perdere la consapevolezza che l’incarnato umano di norma sbatte col giallo girasole. L’ultima battaglia politica fra Pd e griillini è sulla prima vestitura della gialla maglietta civica. Il giallo è colore equivoco, come ricordava un fantastico Tuccio Musumeci che smascherando il venditore falso orientale esclamava – “Tu non essere cinisi, tu essere catanisi tingiuto giallu” – e lo sputtanamento anche stavolta è perfetto. I cinquestelle con il giallo si sono sentiti ispirati come i monaci tibetani tant’è che Grillo insieme ai suoi discepoli improvvisamente si è fatto francescano, ma quelli del Vaticano gli hanno tirato giù la maschera e strappato la voglia di tonaca. Anche a Marina di Ragusa si è svelato il trucco. L’’ex sindaco, ora onorevole, in questa fase da famiglio del sottosegretario Faraone ha indossato l’abbagliante maglietta con altri 24 del Pd e si è messo a raccattare immondizia facendosi fotografare attorniato dai sacchi neri. Che dire? Speriamo abbia trovato pace: prima stimatissimo usciere, poi incredibile politico, alla fine protagonista in una impresa di pulizie con tanto di sponsor ministeriale. Ma ‘u giallo che uccide e che subentra dopo un primo rossore è il nostro; ci giochiamo il fegato e rischiamo il collasso per la vergogna. Il sindaco Piccitto ha comunicato con orgoglio che al G7 un vestito della collezione Arezzo Trifiletti – quell’ammasso di rigatteria varia, sottane, e cianfrusaglie che non sappiamo più in che forma proporre alle nostre coscienze pur di farci digerire la follia della spesa- verrà esposto in un androne del palazzo che accoglierà a giorni i grandi della terra a Taormina. Lo scopo da raggiungere? Il fremito da creare nel cuore dei potenti? La Merkel che si illumina per il vestitino coi nastri, si strappa la giacchetta e si tuffa nelle campagne iblee organizzando summit in costume?’ Macron che si paralizza sognando di finire nella braccia di un’altra vecchia signora? Cosa vogliamo dire della nostra terra, come la vediamo, cosa speriamo che nasca? Povera Ragusa… prima era la fase del caciocavallo, ora quella degli stracci. Non sappiamo più qual è la narrazione giusta: è questo il vero giallo da risolvere.
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