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26/05/2017 -

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SALVATORE CORALLO  E I SERVI DEI COSTRUTTORI

downloadDue giorni addietro abbiamo pubblicato  un articolo dal titolo “Salvatore Corallo e l’acqua nera, cara, amara” in cui raccontavamo, oltre ai problemi gravissimi sullo stato di salute di due sorgenti d’acqua immesse nella condotta, del rapporto purtroppo equivoco ed accondiscendente dell’ufficio urbanistica nei confronti dei costruttori.  La vicenda è semplice. Due anni addietro fu votata favorevolmente al consiglio comunale di Ragusa una variante al regolamento edilizio per favorire un migliore utilizzo delle acque per le nuove costruzioni e ristrutturazioni. Una serie di accorgimenti per risparmiare e riutilizzare l’acqua, una norma in linea con direttive e comportamenti che ormai sono diffusi in tutti i paesi  civili. Una norma moderna, motivata, chiara, condivisa. Ma abbiamo scoperto che da settimane i costruttori, che non hanno alcuna voglia di adeguarsi a questa condotta un po’ più illuminata in campo edilizio, facevano “viaggi” negli uffici dell’assessore Corallo chiedendo una soluzione non essendo disposti a spendere qualche migliaio di euro in più per adeguarsi al rispetto delle nuove regole. E così gli uffici hanno iniziato a tremare avendo la consapevolezza storica che al costruttore non si comanda e, constatando l’assoluta disponibilità di Corallo a trovare l’escamotage, sono entrati in fibrillazione. L’amministrazione Piccitto in verità aveva già scelto sulla questione una linea assai strana, scorretta  e subdola che favoriva i costruttori perchè invece di far scattare le norme di salvaguardia – come si dovrebbe fare in caso di variante al Prg – ha aspettato l’approvazione da parte della Regione e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale avvenuta qualche giorno addietro, precisamente il 19 maggio. Scatta il panico e gli uffici comunicano persino al presidente del consiglio Antonio Tringali di essere in grandi difficoltà per le pressioni dei costruttori. Arriva il nostro articolo di due giorni fa che rivela l’ossequio dei grillini ai padroni della città e oggi venerdì 26 la genialata della comunicazione ufficiale del Comune che, non potendo smentire di una virgola il nostro racconto, compie il capolavoro di inganno e presa in giro. Ecco cosa scrive il Comune: “Regolamento Edilizio. Sono stati introdotti alcuni nuovi articoli riguardanti tutti il risparmio idrico. A tal proposito, si rende noto che, “per tutte le nuove costruzioni (comprese le demolizioni e ricostruzioni) e per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente in cui è previsto il rifacimento totale dell’impianto idrico e/o il rifacimento dei servizi igienici, i cui lavori non hanno ancora avuto inizio alla data di pubblicazione del decreto sono soggetti alle intervenute disposizioni regolamentari”. Occorrerà adeguarsi alle nuove disposizioni anche nel caso in cui i lavori, seppur iniziati, non siano stati conclusi alla data di pubblicazione del decreto. Invece, nel caso in cui risultino ultimati i lavori relativi all’impianto idrico, sarà necessario produrre apposita dichiarazione a firma congiunta del committente e del progettista/direttore dei lavori”. Il Comune però omette di trascrivere tutto il passaggio  che interessava e inchiodava i costruttori ossia: “I lavori già iniziati in base ad autorizzazioni o concessioni precedentemente ottenute potranno essere ultimati ma dovranno uniformarsi alle norme presenti in quanto applicabili”. Perchè omettere questa parte? Per far passare l’azzardo che con un po’ di culo può funzionare sempre che non se ne accorga nessuno e tutti stiano zitti. Il trucco è semplice: non si dice ai cittadini quanto è chiara e stringente la disposizione di legge e si introduce la norma indigena ragusana grillinocementifera. E quindi  se i costruttori dichiarano per iscritto che hanno già finito le parti relative agli impianti idrici tutto ok, amen, stavolta passi. E’ molto più di una libera interpretazione della legge, è molto di più di una trovata farlocca, è un raggiro, è un imbroglio. Una soluzione studiata tra costruttori, Corallo e i dirigenti e partorita in fretta e furia nella speranza che la stampa non capisse. Purtroppo è la città che ha capito. I cinquestelle che dovevano ridare dignità ai cittadini ragusani e liberarli dallo strapotere dei costruttori si rivelano deboli, incapaci ossequiosi. Rimaniamo servi dei costruttori, della loro mentalità, della loro ingordigia, del loro conservatorismo; sono puri speculatori e non vogliono intralci al loro guadagni. Piegano tutti, anche i grillini. Salvatore Corallo ormai si sa è organico a questo ambiente, ma il sindaco si accorge, condivide? Diamo per assodato che l’assessore all’urbanistica nulla c’entra con il sentimento ambientalista dei cinquestelle, – non sappiamo perchè Cancelleri lo voglia al suo fianco e già mille dubbi ci assalgono – ma gli altri capiscono ed hanno la possibilità di cambiare rotta? No. Non parlano, non rispondono, non vogliono soffermarsi, tirano avanti, sguardo basso, testa china, umore nero… anche loro servi. Basta, non c’è speranza. Corallo che dovrebbe dimettersi di gran corsa sa che Piccitto avrebbe difficoltà ad ammettere una scandalosa conduzione della politica urbanistica e così procede una volta dimenandosi da grillino e una volta raccogliendo l’approvazione dei padroni del cemento. E i consiglieri? Aspettano ancora da poveri illusi che Tringali li convochi per valutare come andare incontro alle esigenze delle imprese che costituiscono il sano tessuto produttivo e bla bla bla. E noi? Vogliamo anche noi l’autocertificazione: un bel foglio da presentare al mondo intero in cui si attesta volontariamente l’atto di sudditanza. Comincia chi scrive.” Io sottoscritta L. C. nata nel 1958… dichiaro di trovarmi in felice stato di servaggio e riconosco come unici signori di Ragusa coloro che nobilmente appartengono al clan dei costruttori”. E per le elezioni dell’anno prossimo? Un listone unico, una squadra eccezionale, ci sono già i primi nomi: Chiaramonte, D’Orazio, Scribano, Borrometi… E’ fatta: consegnamoci.

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