E’ stata depositata una richiesta di chiarimenti al Ministro dell’ambiente inerente il Disciplinare pubblicato con il decreto 7 dicembre 2016, che prevede la possibilità per le compagnie petrolifere di modificare il programma lavori originariamente approvato al momento del rilascio di una concessione per trivellazioni. La richiesta, depositata dalla deputata del Movimento 5 Stelle Marialucia Lorefice, nasce da una serie di sollecitazioni dal basso che ha coinvolto diverse realtà sociali, quali tra le altre i circoli Legambiente della provincia di Ragusa ed alcuni portavoce nazionali del Movimento 5 Stelle che da tempo collaborano sul territorio ragusano per proporre un percorso programmatico alternativo dal punto di vista energetico ed ambientale. Secondo Legambiente “Il decreto pubblicato in dicembre, infatti, con la possibilità per una compagnia petrolifera di poter modificare il programma dei lavori originariamente approvato, dà di fatto la possibilità di realizzare nuove trivellazioni, nuovi pozzi e nuove piattaforme anche nelle aree vietate ricadenti entro le 12 miglia marine, eludendo in tal modo il divieto di legge. La normativa attuale prevede infatti che entro le 12 miglia marine sia possibile solo continuare ad estrarre con i pozzi esistenti e portare a termine il programma lavori, anche svolgendo attività di manutenzione finalizzate all’adeguamento tecnologico. Ma di certo non prevede alcuna modifica al programma dei lavori, in quanto entrerebbe in conflitto con le precedenti e ancora vigenti normative in tema di rilascio di proroghe. Ed è qui che Legambiente ha trovato l’inganno, in quanto il decreto appena emanato sarebbe in contrasto con le leggi in vigore in quanto concederebbe la possibilità di «apportare modifiche al programma dei lavori originariamente approvato con decreto». Ma le norme in vigore non prevedono tali modifiche, pertanto il decreto sembra presentare dei profili di illegittimità in quanto in contrasto con leggi dello Stato Italiano. Alla luce delle contraddizioni sopra riportate e dei profili di perlomeno dubbia legittimità ci si augura che il Decreto incriminato venga ritirato con carattere di urgenza, in vista della possibili conseguenze che tale atto sconsiderato può avere sui mari italiani”.