Sinistra italiana parla di gioco ambiguo. Questa la nota: “Le notizie degli ultimi giorni che provengono dalla Coop sono particolarmente allarmanti perché mettono a rischio numerosi posti di lavoro che vanno ben oltre gli stessi dipendenti del supermercato di Ragusa. Infatti è ben noto che le attività dei centri commerciali si sviluppano attraverso l’attrazione combinata tra le diverse tipologie di negozi con un effetto traino che solitamente esercita l’area del supermercato. Appare evidente che la chiusura, o la drastica riduzione, dell’offerta commerciale della Coop di Ragusa provocherebbe un inevitabile e drammatico effetto domino sugli altri esercizi attigui con pesanti conseguenze per l’occupazione in tutta l’area. La Coop però sta giocando pesante e le minacce lanciate a lavoratori e sindacati non appaiono giustificate. Infatti da un primo esame del bilancio del gruppo che possiede il 100% di Coop Sicilia emergono alcuni dati che è opportuno divulgare. Coop Sicilia ha chiuso l’esercizio 2016 certamente con un risultato negativo , ma va detto che ha ottenuto un miglioramento di oltre quattro milioni rispetto all’esercizio precedente e nonostante una contrazione delle vendite del 3%. Nonostante la riduzione delle vendite, provocata dalla chiusura di alcuni punti vendita e la debolezza dei consumi nell’isola, il margine commerciale è migliorato di un milione e 309 mila euro. Con buona pace di chi non perde occasione per addossare tutti i mali del Paese all’eccessivo peso dei salari, nel gruppo Coop il costo del lavoro (comprensivo di tutti gli oneri accessori) incide soltanto per il 15% sul valore delle vendite. Per altro va ricordato che in Sicilia sono stati sottoscritti anche accordi sulla flessibilità oraria”. Il circolo di Ragusa di Sinistra Italiana si dichiara fianco dei lavoratori e lancia l’appello affinché in tutto il polo commerciale si sviluppino le opportune forme di pressione e solidarietà per evitare “quel nefasto effetto domino che coinvolgerebbe tutto il sito dell’area commerciale e che il territorio ibleo non merita”.