Il Consiglio comunale di Ragusa ha approvato l’ordine del giorno, presentato dai Consiglieri del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore e Manuela Nicita, con il quale si impegna l’Amministrazione comunale a revocare in autotutela l’affidamento del servizio di anagrafe immobiliare integrato (catastale e tributaria), gestito da un’associazione temporanea di imprese di cui è capofila la Lamco srl. Con lo stesso ordine del giorno, inoltre, si chiede all’Amministrazione pentastellata di avviare gli opportuni accertamenti in ordine a eventuali profili di illiceità penale e contabile che potrebbero riguardare l’emissione di “cartelle pazze” e il riconoscimento all’Ati di un aggio elevatissimo (oltre il 42%) sull’accertamento dei tributi non riscossi. “Avevamo presentato questo odg lo scorso marzo – spiega Sonia Migliore – perché vogliamo vederci chiaro su come funziona il servizio di riscossione tributi nella nostra città, preoccupati dall’aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini che avrebbero ricevuto delle ‘cartelle pazze’. Inoltre siamo venuti a conoscenza di alcune indagini da parte della Guardia di Finanza nei confronti di una delle società che compongono l’Ati. Un’indagine estesa in tutta Italia, coinvolgendo 800 comuni, e che ha fatto emergere delle verità allarmanti, con la conseguente trasformazione societaria dell’associazione d’imprese. Avevamo segnalato, in aggiunta, che alcune parti del contratto stipulato tra il Comune di Ragusa e l’Ati erano di dubbia interpretazione e che rischiavano di provocare un contenzioso tra l’Ente e la stessa Ati. L’elevatissimo aggio del 42,5% da riconoscere a chi gestisce il servizio, per esempio, è da corrispondere rispetto ai crediti accertati o a quelli effettivamente incassati dal settore Tributi? Un dubbio che evidentemente non abbiamo avuto solo noi”. “Dal momento dell’affidamento del servizio – dichiara l’esponente del Lab 2.0 – le condizioni dell’Ati sono cambiate e ci siamo chiesti anche se è possibile che il contratto possa essere valido pur venendo a mancare le condizioni iniziali della costituzione di quell’Ati. Ora da parte del civico consesso, dunque, è stato assunto un grande atto di responsabilità che il Comune potrebbe utilizzare come strumento per eventuali azioni di ripercussioni dinanzi al TAR da parte della società che pretende il mega aggio su somme non incassate”.