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22/06/2017 -

Cronaca/

In carcere altri due membri della famiglia di pastori, per il tentato omicidio avvenuto a Comiso 10 giorni fa

CALABRESE GAETANOLa Polizia di Stato ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere a carico dei gelesi Gaetano Calabrese e Angelo Calabrese. Venerdì 9 giugno un imprenditore comisano si avvedeva che all’interno del suo oleificio in c.da Rinazzi al confine tra Comiso e Vittoria, ignoti avevano  divelto un infisso, pertanto chiudeva il cancello per evitare la fuga dei ladri. Essendo a conoscenza che vicino il proprio terreno vi abita una famiglia di pastori di cognome Calabrese con numerosi pregiudizi penali, insospettito si recava presso l’abitazione di Francesco Calabrese soggetto di sua conoscenza che settimanalmente riceve da lui prodotti ortofrutticoli per gli animali. L’uomo chiedeva al Calabrese se fosse stato lui a commettere il tentato furto e questi per tutta risposta inveiva contro la vittima tentando altresì di colpirla, pertanto l’imprenditore desisteva e andava via, chiedendo solo di non essere importunato. Alle ore 00.30 di sabato l’uomo veniva bloccato, poco distante dall’azienda, da due auto che lo facevano rallentare fino a farlo fermare, posizionandosi una davanti e una dietro. Dall’auto scendevano 4 persone, due delle quali venivano riconosciute dalla vittima per i fratelli Calabrese. I 4 malfattori prendevano a sprangate l’auto ed uno di loro, identificato per Francesco Calabrese, estraeva un’arma esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima che restava in auto. Uno dei colpi veniva sparato alle spalle e si conficcava nel sedile dell’auto all’altezza del torace senza però ferire il conducente. La vittima riusciva a tamponare le due auto con manovre repentine, creandosi lo spazio necessario per darsi alla fuga. Le indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa, hanno permesso, in tempi record, di individuare tutti gli autori dell’efferato crimine. Grazie al lavoro degli investigatori ed alla testimonianza diretta della vittima venivano individuati in un primo momento, i due fratelli Francesco e Orazio sottoposti a fermo dopo 24 ore dal tentato omicidio. Per individuare i due complici la Polizia ha deciso di intercettare il padre Gaetano Calabrese ed il figlio più piccolo Angelo di appena 18 anni, scoprendo così che anche questi avevano partecipato al raid. Le intercettazioni hanno permesso di delineare una estrema pericolosità della famiglia Calabrese, pronta a tutto, addirittura a portare a termine l’omicidio una volta rimessi in libertà.

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