Alì Gourgueb, nato in Tunisia nel 1986, residente a Comiso, con pregiudizi in materia di reati contro il patrimonio, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro, è stato arrestato dalla Polizia nella quasi flagranza di reato perché ritenuto responsabile di una tentata rapina aggravata, di una rapina pluriaggravata, per lesioni personali aggravate e per porto abusivi di arma da taglio in luogo pubblico. I fatti sono accaduti la notte scorsa a Comiso: due distinti gravi episodi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. Il primo è avvenuto nei pressi della Chiesa Madre alle 3 della notte circa, quando un polacco senza fissa dimora è stato aggredito dal nordafricano che ha tentato di strappargli il marsupio contenente i suoi effetti personali: ne è nata una violenta colluttazione e la vittima è stata colpita con diversi fendenti al volto che gli hanno procurato ferite e trauma cranico con prognosi di 10 giorni salvo complicazioni, ma c’è da ritenere che le ferite lasceranno sfregi permanenti tali da aggravare notevolmente la qualificazione giuridica del reato. Alì Gourgueb si è poi diretto verso piazza Fonte Diana dove si è imbattuto in un tunisino che ha aggredito violentemente ed al quale è riuscito a rubare il portafogli contenente 240 euro ed il telefono cellulare. La vittima ha riportato un trauma cranico e dei tagli alla mano sinistra con la quale ha cercato di pararsi dai fendenti che il rapinatore cercava di mettere a segno utilizzando un piccolo coltello dalla lama affilatissima. La prognosi che gli è stata assegnata dal pronto soccorso è stata di 7 giorni salvo complicazioni. Una Volante della Polizia ha raccolto alcune testimonianze che hanno indicato le sembianze del malvivente e lo hanno rintracciato in un pub ancora aperto e sito nelle immediate vicinanze. L’uomo ha tentato di fuggire ma è stato bloccato e controllato dagli Agenti. Aveva l i pantaloni e la maglia sporche di sangue; è stato perquisito ed è stato trovato in possesso di un piccolo coltello con lama affilatissima sporca di sangue, poi ancora un cellulare ed un portafogli contenenti documenti riconducibile alla vittima tunisina.
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