Riceviamo dal parlamentare ibleo: “L’abolizione del numero chiuso per alcune facoltà universitarie era tra le priorità di questo Governo. Tra annunci, proclami e smentite nessun iter è stato avviato. Un problema sentito da tempo che necessita di una riforma a breve termine. Per l’ordinamento giuridico italiano l’accesso ai corsi universitari può essere libero o a numero programmato. Nonostante l’articolo 34 della Costituzione italiana garantisca ad ogni cittadino il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, la legge prevede alcune limitazioni al libero accesso al sistema universitario, programmando, per alcuni corsi di laurea, il numero dei posti disponibili. Le norme che regolano la materia degli accessi ai corsi di laurea sono contenute nella legge 2 agosto 1999, n.264. Tale normativa, da un lato disciplina la programmazione numerica di alcuni corsi universitari, dall’altro regola le procedure secondo le quali gli studenti dovranno essere ammessi. All’interno della stessa legge, infine, sono presenti i principi e i criteri ai quali il Ministero dovrà necessariamente attenersi per determinare, all’inizio di ogni anno accademico, sia il numero dei posti disponibili sia la loro corretta ripartizione. Ci sono innumerevoli proposte di legge sull’abolizione del numero chiuso che giacciono sul tavolo della Commissione Cultura e che attendono di essere esaminate nonostante il Ministro dell’istruzione abbia più volte annunciato la cancellazione dei test di ingresso a medicina a vantaggio del “modello francese” (ammissione per tutti al primo anno e sbarramento ex post sulla base di esami e crediti) con la successiva accelerazione del vicepremier Salvini di mettere il numero chiuso nelle facoltà umanistiche, da dove ne sono usciti tanti di laureati mentre a medicina c’è bisogno di ossigeno. A ciò si aggiunge un comunicato del Consiglio dei Ministri dello scorso mese di ottobre dove si proclamava l’abolizione del numero chiuso, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi; dichiarazione smentita dal Ministro dell’Istruzione e poi trasformata dal Presidente del Consiglio dei Ministri come obiettivo politico di medio periodo. Regna parecchia confusione sul tema a Palazzo Chigi. Ho chiesto al Presidente del Consiglio, Conte, e al Ministro dell’Istruzione, Bussetti, di mettere mano alla questione abrogando, innanzitutto, l’intera legge 2 agosto 1999, n.264 che disciplina gli accessi a numero programmato ai corsi universitari. Troppa perdita di tempo; troppo parlare per slogan. Ma così le questioni non si risolvono”! Firmato On. Nino Minardo