Si apre una nuova fase della politica in materia di decentramento dell’Università di Catania. Nella seduta di venerdì scorso, 30 marzo, il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Ateneo ha ufficialmente approvato quanto era stato anticipato nei giorni scorsi, nel corso di una riunione che si era tenuta nella sede della Provincia regionale di Siracusa, alla presenza dei rappresentanti degli enti territoriali e dei consorzi universitari delle province di Ragusa e Siracusa. Dal 2014, a Siracusa, e dal 2015, a Ragusa, da quando, cioè, scadranno i rispettivi accordi con transazione firmati dall’Università di Catania nel 2010 per il mantenimento delle sedi decentrate di Siracusa e di Ragusa, l’Ateneo sta già programmando l’istituzionalizzazione dell’offerta formativa in essere presso i due capoluoghi, con gli oneri delle due nuove strutture didattiche speciali di Architettura e di Lingue e letterature straniere interamente a carico dell’Ateneo. Nascerà così l’Università a rete di Catania, con corsi di studio opportunamente distribuiti tra la sede principale di Catania, e le sedi territoriali. Le convenzioni attualmente esistenti dovranno essere però onorate fino all’ultimo giorno, nelle forme pattuite, eventualmente anche con il sostegno del Ministero dell’Università, al quale è stata indirizzata una lettera sottoscritta da tutti i soggetti coinvolti (province regionali, comuni e, nel caso di Ragusa, anche il consorzio universitario). “Scriviamo la parola fine sull’affaire decentramento – ha affermato il rettore Antonino Recca -. Ricordo che nel 2006 l’Università di Catania aveva 10 sedi decentrate per un totale di 47 corsi di studio attivati in mezza Sicilia. Abbiamo pertanto condotto, con rigore e fermezza, una profonda opera di razionalizzazione, disattivando progressivamente tutti i corsi, sino a rimanere solo con Lingue a Ragusa e Architettura a Siracusa. Due realtà che consideriamo eccellenti, ormai stabili e radicate, in cui i nostri docenti riescono ad assicurare, con il loro impegno, un’offerta formativa di qualità assoluta, assai apprezzata dal territorio. Due realtà che avrebbero potuto benissimo divenire sedi di atenei pubblici a sé stanti: ma ciò, – dice il Rettore Recca -, dipende da specifiche decisioni del governo nazionale. Non può essere l’Università di Catania ad attivare nuovi atenei, specie in un momento di così grande difficoltà economica. Ricordo che negli ultimi sei anni i fondi statali per il nostro Ateneo hanno subito un taglio di circa 35 milioni di euro, e per il 2012 si prevede un decremento ulteriore pari a 3 milioni di euro. Con la decisione di assumere, alla scadenza delle convenzioni, tutti i costi delle sedi di Ragusa e Siracusa a totale carico della Università di Catania, lasciando agli enti locali il compito di investire sull’aspetto residenziale, sui servizi e sulle strutture per gli studenti e sul diritto allo studio, vogliamo chiudere definitivamente ogni polemica sulla questione. Per questo faccio appello – scrive il Rettore Recca – alla deputazione nazionale e regionale a essere unita per il miglioramento della situazione universitaria nei territori interessati, attivandosi anche perché si evitino – conclude il Rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca – ulteriori esternazioni di stampo scandalistico, delle quali, in ogni caso, gli autori si assumeranno la responsabilità, in questo caso sì, civile e penale”.