Mentre nelle televisioni nazionali gira lo spot dell’evasore fiscale paragonato ad una zecca (che dovrebbe spingere gli evasori a pentirsi e a pagare…), a livello locale le comunità si mobilitano per difendere in un periodo di crisi nera le piccole e medie imprese da un sistema di riscossione delle imposte e dei crediti che, a loro dire, rischia di essere vessatorio e persecutorio nei confronti soprattutto di chi ha debiti di modesta entità. Per questo motivo il consigliere comunale del Partito democratico di Ragusa, Sandro Tumino, ha presentato al civico consesso un ordine del giorno che, oltre a bacchettare la Serit, che riscuote i crediti degli Enti previdenziali, assistenziali e locali, fa delle precise proposte. L’ordine del giorno è stato sottoscritto anche da tutti i capogruppo consiliari e votato all’unanimità dei presenti. Nei prossimi giorni il documento sarà inviato anche alle organizzazioni datoriali e ai vescovi di Noto e Ragusa, che già sono scesi in campo a sostegno delle piccole e medie imprese. “Con il cosiddetto Decreto Sviluppo – si legge nell’ordine del giorno – è stato introdotto l’avviso di accertamento esecutivo, che resta sospeso solo per 180 giorni; con la cosiddetta Manovra economica è stato riformato il sistema della Giustizia Tributaria che, da giudice terzo a garanzia del giusto processo, si trasforma in uno strumento ad esclusiva tutela della parte pubblica, con evidente violazione dell’art. 111 della Costituzione. Lo Stato – si legge ancora nell’ordine del giorno -, in buona sostanza, piuttosto che adoperarsi perché tutti paghino le tasse, facendo emergere la grossa fetta di economia sommersa, ha scelto la via più semplice: tassare ed opprimere ancora di più i cittadini onesti, nell’intento pur giustificabile di fare cassa. Peraltro, nel volgere di pochi anni, lo Stato – si legge ancora nell’ordine del giorno – è diventato sempre più efficiente, severo e inflessibile quando deve recuperare le sue spettanze, ma continua ad essere il peggiore pagatore nel momento in cui deve liquidare i propri fornitori oppure erogare quanto dovuto. Riteniamo questo atteggiamento non più tollerabile, soprattutto ora, alla luce di una crisi che sta colpendo prevalentemente le piccole e medie imprese”. Undici le proposte contenute nell’ordine del giorno che andrebbero a migliorare l’attuale sistema di riscossione, fra cui l’eliminazione dell’accertamento esecutivo e, per i crediti di piccolo importo, inferiori a 2.000 euro, l’invio preventivo di due solleciti di pagamento non per posta ordinaria, ma tramite raccomandata con avviso di ricevimento, prima delle azioni cautelari (fermo amministrativo) ed esecutive (pignoramento presso terzi, espropriazione mobiliare).
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