Danni per l’ambiente e per il contribuente, e soprattutto tanta rabbia ed amarezza per l’accanimento dell’amministrazione Dipasquale nel difendere l’indifendibile. Le prove, valide e vere, su una scarsissima differenziata che rimane ai livelli dei tempi di Ibleambiente, nonostante le decine di assunzioni, il capitolato d’appalto, la distribuzione dei contenitori, sono inconfutabili. Scrive Legambiente: “La politica in Italia ci ha abituati purtroppo a tutto ed al contrario di tutto. Mancava ancora, a nostra conoscenza, un’amministrazione che si vantasse del proprio fallimento. Purtroppo per noi questo vuoto è stato colmato recentemente dall’Amministrazione Comunale di Ragusa, per bocca del suo assessore all’Ambiente, riguardo la Raccolta differenziata. Vantarsi, come ha fatto Addario, per il fatto che, dopo 4 anni dall’introduzione della raccolta porta a porta, la differenziata sia a circa il 17%, mentre tante altre amministrazioni in Italia, del nord del centro e del sud, di destra, centro o sinistra, nell’arco di uno al massimo due anni hanno portato la differenziata fino al 65%, sarebbe semplicemente ridicolo, se non fosse grave, visto che ci va di mezzo l’ambiente ma anche le tasche dei cittadini. Infatti, – scrive Legambiente – oltre ad essere lontanissimi dalle eccellenze italiane, siamo anche abbondantemente sotto il misero obiettivo del 28% fissato esattamente un anno fa e sotto il 35% stabilito dal capitolato d’appalto e ridotto per manifesta incapacità a raggiungere l’obiettivo. E’ quindi comunque un fallimento, anche senza fare confronti. Nel frattempo il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 28% ha portato solo nell’ultimo anno – scrive Legambiente – ad un maggior costo di conferimento in discarica per il Comune di Ragusa stimabile in 360 mila euro. Anche se il comune di Ragusa si decidesse di far pagare la multa per il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 28%, cosa di cui è lecito dubitare visto i trascorsi, la ditta dovrebbe pagare una somma pari a 160.000 euro circa con una perdita netta per il comune di Ragusa di 200.000 euro. Soldi che, non c’è dubbio, – scrive Legambiente – saranno pagati dal contribuente ragusano con un ulteriore aumento della tassa sui rifiuti dopo quella di 1,2 milioni di euro appena deliberata. In questo ambito il video postato da Legambiente su you tube rappresenta quindi la ciliegina indigesta di una torta alquanto marcia che l’amministrazione sta facendo mangiare ai ragusani. Ma l’amministrazione, la ditta ed i loro corifei, invece di ‘togliere le tende’ per manifesta incapacità, – scrive Legambiente – ci attaccano per il video messo su you tube. Risulta assolutamente chiaro il fatto che i rifiuti differenziati vengono raccolti con un compattatore usato per il secco e quindi mischiati, e risulta alquanto maldestra la giustificazione per la quale gli operatori prelevavano dai bidoni solo sacchetti non conformi. Tale fantasiosa ipotesi fa tra l’altro a pugni con la realtà, infatti se così fosse dovremmo avere almeno una raccolta differenziata di buona qualità, ma invece risulta – scrive Legambiente – che ci sia una pessima qualità soprattutto della plastica conferita presso la piattaforma Conai (spesso la plastica contiene fino al 30% di materiale estraneo), così come della frazione di umido conferita all’impianto di compostaggio di Grammichele, tale da indurre KalatAmbiente nel luglio scorso ad interrompere i conferimenti provenienti dal comune di Ragusa per eccesso di materiale estraneo. E’ evidente – scrive Legambiente – che a dare fastidio è il fatto che si sia messa in piazza qualcosa che invece doveva rimanere nascosta. Invece di attaccare gli ambientalisti perchè fanno il loro mestiere è ora di cominciare a discutere della ipotesi di scioglimento del contratto con la ditta per manifesta violazione delle norme contrattuali ed avere un gestore – scrive Legambiente – con il necessario know-how per raggiungere i livelli di raccolta differenziata degni di una città civile”.
Panoramica sulla Privacy
Il trattamento e la raccolta dei dati personali e della privacy è regolamentata dall'Articolo 13 del Decreto Legislativo del 30 Giugno 2003 numero 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e dal Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation) in vigore dal 25 Maggio 2018.
Per l'informativa completa vi rimandiamo alla pagina Privacy Policy.