Undici giorni di devozione, di intensa passione spirituale, di comunione. La “Peregrinatio Mariae” in terra iblea si è conclusa. Il direttore dell’ufficio della Pastorale per la salute, don Giorgio Occhipinti, è molto soddisfatto per l’attenzione che il simulacro della Madonna Pellegrina è riuscito ad attirare, per l’evocazione che la sua presenza ha saputo concretizzare. Particolare la vicinanza al mondo di chi soffre, di chi sta male. Ecco perché tra i momenti della “Peregrinatio” di solidarietà, quello dell’accoglienza nella parrocchia di Maria Ausiliatrice dell’istituto dei Salesiani. Qui, don Nino Aprile, parroco di Maria Ausiliatrice, ha aperto le porte della comunità che da tempo, con un gruppo di persone, consacrati e non, si adopera per portare il proprio sostegno agli ammalati del quartiere. “Per don Bosco – afferma don Aprile – la presenza di Maria è fondamentale. Ecco perché l’ospitalità alla Madonna Pellegrina nella nostra parrocchia è stata salutata da una presenza nutritissima di fedeli. Ho visto tanti fedeli pregare ma anche piangere. E quando si piange vuol dire che c’è qualcosa nel cuore, un moto dell’anima molto forte, molto intenso, che porta le persone ad essere in verità con se stesse. Sono momenti in cui si rivela il vero senso del cristiano ma, più in generale, della vita”. Don Giorgio Occhipinti, nel tracciare un bilancio della “Peregrinatio Mariae” in terra iblea, afferma che la Madonna ha esercitato un forte richiamo nei confronti dei ragusani. “Era il quarto anno di presenza nella nostra provincia – dice don Occhipinti -, ma mai come questa volta abbiamo riscontrato un fervore così ricco. Sono rimasto davvero commosso. Ringraziamo il vescovo della diocesi di Leiria-Fatima, mons. Antonio Marto, così come il rettore del santuario, per la disponibilità che ci è stata data, per aver fatto arrivare la Madonnina in terra iblea”.
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