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06/07/2012 -

Politica/Pubblica Utilità/Società/

Comune di Ragusa incapace a risolvere l’emergenza idrica

L’emergenza idrica a Ragusa non è solo un problema collegato alla quantità di acqua, insufficiente per alcune zone sovrappopolate della città. C’è anche la questione della vetustà di alcune condotte di distribuzione, che complica ulteriormente la già difficile situazione che da più di 20 giorni investe il capoluogo. Un esempio eclatante è stata la rottura di un tubo che porta l’acqua all’ospedale Maria Paternò Arezzo e che la scorsa settimana stava per mettere in crisi idrica il nosocomio. Tant’è che è scattato un piano di emergenza per riparare subito il guasto e riportare l’acqua all’Ompa. Lo stesso discorso riguarda le condotte di distribuzione che interessano la zona alta della città, quelle in particolare servite dal serbatoio Bruscè, che dal mese giugno sta rivelando tutta la sua incapacità di garantire la copertura idrica dei quartieri collegati. Nella notte fra mercoledì e giovedì, i tecnici comunali hanno individuato un guasto sulla rete di distribuzione del serbatoio Bruscè. Sarebbe questo guasto, il condizionale è d’obbligo, il responsabile dell’assetamento di interi quartieri. Sempre secondo quanto riferisce il settore tecnico del Comune di Ragusa, da giovedì la situazione “dovrebbe” tornare alla normalità. Ma parecchi residenti delle aree urbane che da ventidue giorni comprano acqua dai privati a 50, 70 o 80 euro a camion, non credono più alle promesse del Comune. E difatti un gruppo di cittadini, che si è organizzato in comitato spontaneo, annuncia che se l’emergenza idrica non rientra questo fine settimana, lunedì sera una delegazione di utenti sarà presente alla seduta del Consiglio comunale per comunicare al consesso civico e all’amministrazione locale il grande disagio vissuto da centinaia di famiglie, da quasi un mese. “Lunedì sera farò una comunicazione sulla vicenda – spiega il consigliere comunale Giuseppe Arestia -. Mi faccio portavoce di numerosissime lamentele da parte di cittadini che abitano nei quartieri periferici, serviti dal serbatoio Bruscè”. Sulla vicenda si era già mobilitato il partito democratico che mercoledì mattina ha avuto un confronto con l’assessore competente, Mario Addario. “Promettiamo forti azioni di protesta – sostiene Peppe Calabrese – se il disservizio non dovesse rientrare”. Al di là del fatto che il Comune intervenga o no, entro la fine di luglio il problema comunque si attenuerà, non appena il capoluogo si svuoterà e una parte di cittadini si trasferirà a Marina di Ragusa. Questo non significa ovviamente una soluzione reale. L’anno prossimo a giugno, se il Comune non provvede prima ad incrementare le fonti di approvvigionamento idrico, l’emergenza salirà alle stelle. La prossima estate infatti, vi saranno centinaia di nuovi utenti allacciati alla rete idrica, i residenti delle case delle zone di espansione edilizia, che sono state quasi ultimate. “Il Comune deve spendere dei soldi per potenziare le fonti di approvvigionamento idrico”, spiega il tecnico del settore idrico Mario Andolina. Cosa non facile, col bilancio al lumicino di palazzo dell’Aquila.

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