La diga di Santa Rosalia e gran parte del fiume Irminio nelle mani di vandali e bracconieri. Ovunque vetri rotti, pneumatici bruciati, resti di banchetti, piatti e buste di plastica, mattoni, carriole di ferro, carcasse di animali morti e ratti. E’ la denuncia dell’associazione “Pensare Ibleo” secondo cui esiste un serio pericolo di inquinamento ambientale che va di pari passo con il fenomeno della pesca di frodo. “Centinaia di metri di rete a trama fitta – dice il presidente dell’associazione, Enzo Pelligra – sono quasi giornalmente posizionati nei punti strategici della diga e nei punti di immissione del fiume Irminio, da parte di cittadini non della provincia di Ragusa e stranieri, nel disprezzo più assoluto di ogni regola, certi come sono di non subire alcuna punizione. Il pesce pescato in modo abusivo è poi ceduto nei punti vendita frequentati in prevalenza da stranieri o venduto perfino porta a porta. Tutto ciò senza alcun controllo medico. Basti pensare alle trote immesse di recente – aggiunge Pelligra – e affette da setticemia emorragica virale”. L’associazione “Pensare Ibleo” chiede un intervento urgente della polizia provinciale oltre che della Guardia forestale.