Non andranno in un capitolo per l’occupazione, come richiesto dai consiglieri interessati, ma nel “calderone” del bilancio le somme, pari al trenta per cento dei gettoni di presenza, a cui hanno deciso di rinunciare i cinque consiglieri comunali del Partito democratico. Come annunciato, infatti, Peppe Calabrese, Alessandro Tumino, Gianni Lauretta, Giorgio Massari e Antonino Barrera, il 19 giugno hanno chiesto che “i gettoni di presenza spettanti per la partecipazione ai consigli comunali e alle commissioni consiliari vengano ridotti del 30% rispetto all’attuale compenso, a partire dal primo giugno”. Chiedevano, inoltre, che le “somme risparmiate vengano finalizzate ad un capitolo per l’occupazione”. Il dirigente del primo settore, Francesco Lumiera, ha tuttavia risposto che la normativa “esclude quanto richiesto. Infatti, la volontaria riduzione delle somme spettanti comporta un risparmio programmato sulla spesa dell’ente, senza che le stesse somme possano essere automaticamente finalizzate ad altro. In conclusione, quindi, non si terrà conto di tale ultima richiesta”. Il taglio sì, ma i soldi non vanno nel capitolo indicato dai consiglieri del Pd. “Avevamo chiesto, con un apposito emendamento al Bilancio – spiega Peppe Calabrese – che si mettessero ottomila euro nel capitolo per l’occupazione. Erano le somme che prevedevamo rimanessero nelle casse comunali a seguito della decisione, già da tempo manifestata dal nostro gruppo, di tagliare il gettone di presenza del trenta per cento. E tuttavia tale emendamento ce l’hanno bocciato, non dandoci quindi nemmeno la possibilità di indicare in quale capitolo impiegare le risorse alle quali decidevamo di rinunciare”, ha detto Calabrese. Ad oggi, nonostante le dichiarazioni di altri partiti, nessun altro gruppo politico ha seguito la via della riduzione volontaria degli emolumenti adottata dal Pd. Nel mese di giugno i cinque consiglieri hanno rinunciato complessivamente a 1.190,40 euro. Calabrese, che ha totalizzato diciotto presenze tra consigli e commissioni, sulla base del gettone a 64 euro (quello che percepiscono tutti i consiglieri di Palazzo dell’Aquila,) avrebbe dovuto prendere 1.152 euro. Ne prenderà 806,40 per effetto del “taglio”. Gianni Lauretta ne prenderà 672, avendone “lasciati” 288 per la riduzione. Sulla base delle presenze, Massari e Barrera hanno rinunciato a 172,80 euro ciascuno, Tumino a 211,20 euro.