Il turismo e l’imprenditoria si scontrano con la burocrazia. Troppo lenta la “macchina” comunale tra permessi e autorizzazioni. Per abbattere le barriere architettoniche, in una zona del centro storico di Ragusa, dove insiste una struttura ricettiva ci vogliono anni. Anche per ripulire piazza Carmine e la vallata sottostante, gli operatori turistici, non sanno a quale “santo” rivolgersi. “Abbiamo più volte denunciato lo stato di enorme disagio – dice Isabella Sanzo, responsabile della reception di una struttura ricettiva in piazza Carmine – con tanti sacchetti della spazzatura disseminati ovunque. Una raccolta differenziata che sicuramente non viene fatta nel migliore dei modi l’aspetto che ci rattrista, in modo particolare, è il pessimo biglietto da visita che si offre alla città”. Gli operatori turistici hanno chiesto al Comune l’autorizzazione per riqualificare parte della piazza con la realizzazione di un chiosco e l’affidamento, a titolo gratuito, di parte della vallata sottostante i tre ponti. “Alle nostre richieste – aggiunge la Sanzo – non c’è stata alcuna risposta. Siamo in attesa di capire cosa fare nello spazio esterno. Ci sono tante idee e proposte concrete, da parte nostra, ma aspettiano un segnale anche da parte del mondo politico”. La storia di due giovani imprenditori turistici, Daniela Barbaro, ragusana doc, e Giovanni Marchioni, genovese d’origine, sampdoriano di fede calcistica, da nove anni trapiantato in terra iblea, è emblematica. “Ci hanno chiesto di abbattere le barriere architettoniche nella nostra struttura ricettiva – spiegano i due – ubicata in via San Alberto al quartiere Carmine. Lo abbiamo fatto senza esitare. Abbiamo chiesto, altresì, che il Comune realizzasse la scivola per i disabili in uno dei due accessi della strada. Stiamo, da mesi, in attesa”. Gli operatori turistici parlano di una vicenda paradossale legata ad un’attività turistica che doveva essere realizzata in un’area impervia ma di straordinario pregio naturalistico a ridosso del fiume Irminio, adiacente al ponte di ferro, la cui strada d’accesso è stata cancellata dal crollo del guado. “Abbiamo chiesto e interpellato decine di uffici – dicono – dalla forestale, al genio civile, dalla provincia al Comune di Ragusa, non ultimo il “filo diretto” con il sindaco Nello Dipasquale. Putroppo – continuano i due operatori turistici – con un unico risultato: la strada è chiusa, l’area inaccessibile, gli investimenti sono stati rinviati, e nessun intervento è stato realizzato”.
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