L’economia agricola, a Santa Croce, è in ginocchio. Un tessuto produttivo ricco ed effervescente con 540 aziende serricole. Un buon 40 per cento ha deciso di non avviare la nuova campagna agraria. L’assessore regionale all’agricoltura, Francesco Aiello, ha voluto incontrare i produttori e gli amministratori locali per fare il punto della situazione. Pochi, in verità, i produttori presenti alla biblioteca comunale scoraggiati, forse, dai continui confronti e tavoli tecnici che hanno fatto allontanare le aziende dal mondo politico. “Stiamo cercando di fronteggiare un tempesta – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura – con l’aiuto e il sostegno delle risorse comunitarie. Un compito arduo che sembra impossibile da attuare ma che vogliamo sostenere con tutte le nostre forze. C’è il rischio concreto che molte aziende possano definitivamente chiudere. A queste imprese laboriose, che rappresentano la parte sana di questa Sicilia, va tutto il nostro sostegno”. Nell’Isola le difficoltà economiche mordono più che altrove e non giovano, anzi, le recenti politiche europee che vanno in senso diametralmente opposto alle esigenze del comparto. “La classe politica non ha recepito le istanze delle imprese – aggiunge Guglielmo Occhipinti, portavove del movimento degli agricoltori – in molti casi hanno totalmente ignorato le problematiche del comparto. Ultimo in ordine di tempo l’accordo con il Marocco che consentirà l’ingresso nel Paese di prodotti che faranno la concorrenza a quelli siciliani. Abbiamo allora chiesto che i prodotti che hanno accesso in Italia abbiano gli stessi controlli e forniscano le stesse garanzie rispetto a quelle chieste ai nostri. Le arance del Marocco – aggiunge Occhipinti – siano di aziende che riconoscono tutte le tutele ai propri dipendenti e vengano coltivate con tecniche consentite in Italia, che non utilizzano additivi chimici vietati ai nostri”, conclude Occhipinti.
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