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16/10/2012 -

Politica/

In piazza Libertà la denuncia di Grillo, in piazza San Giovanni i soldi buttati da Nello Dipasquale

Parola di progressisti doc – ossia ex comunisti-: non c’è stata alcuna sfumatura qualunquista nel comizio show di Beppe Grillo. La analisi era perfetta, lucida, contemporanea. Un paese fallito che deve ripartire dalla modernità per proteggere ambiente e futuro, abitudini e regole da attingere da altri paesi europei più sani e saldi del nostro, netto rigetto della politica corrotta e disonesta, e tagli con l’accetta a stipendi e vitalizi nel Parlamento e nelle regioni. Ovvietà raccontate da un tipo che non riesce più a definirsi – “Non so più chi sono: un comico, un politico?” – e che viene bollato come fenomeno pericoloso dimenticando che è normale un po’ di ribellismo dopo la dittatura di Berlusconi e la seconda tangentopoli che stiamo vivendo. Mentre in piazza Libertà la gente apprezzava ed applaudiva, in piazza San Giovanni si consumava uno scandalo piccolissimo – 10 mila euro gettati via – ad opera di Nello Dipasquale e Giovanni Cosentini – quelli che se ne sono andati perchè ci provano a diventare uno deputato e l’altro – l’ex vice – chissà cosa, ha studiato però per sindaco. Il metodo è quello che attraversa l’Italia intera: usare i soldi pubblici per catturare il consenso distribuendoli ad associazioni e privati considerati punti sensibili e nevralgici per la diffusione di un bel ricordo fra le masse. Diecimila euro per una serata dedicata ai commercianti del centro storico (quelli che stanno chiudendo per le scelte scellerate dell’urbanistica in periferia e dei centri commerciali) e alle loro merci da far sfilare in passerella. Personaggi ed interpreti: Cesare Sorbo di Confcommercio, Marcello Cannizzo comunicazioni che come il prezzemolo sta bene ovunque, e il dirigente Giorgio Colosi il nostro Fantozzi che non sa mai dire di no e firma qualsiasi robaccia voluta da Dipasquale e company. Nella prima versione organizzativa c’erano solo due comercianti Rainbow e Ritratti di Bimbo – (non ci interessa sapere il perchè e il per come; non c’è mai una logica soddisfacente in queste storie), poi sabato scorso è scattata la protesta di tutti i commercianti esclusi della via Roma che si aggrappano all’illusione della ripresa attraverso una baggianata come la passerella, e la manifestazione si allarga. La formula è sempre la stessa: Cannizzo o un altro fa il progettino, una associazione di categoria mette il logo, e i commercianti come i polli aggiungono altro denaro per le spese. Quanto e chi ci guadagna? Sono misteri, come quello delle casette di Natale sempre volute da quello che ha il dovere di provarci. D’altronde non spetta a Colosi saperlo, lui obbedisce e firma, è questa l’autonomia del dirigente. Prima dei 10 mila euro c’erano stati altri 20 mila per la manifestazione agli Archi, e sono già pronti altri denari per l’8 dicembre. La parola d’ordine è spendere tutto, accontentare tutti, sparare nel mucchio: è una rete a strascico. A farne le spese Ibla Buskers che è stata tagliata di brutto, tanto da annunciare il ritiro. Non sappiamo se sia stata meravigliosa la passerella. Può darsi. Abbiamo visto solo la prima parte, gli affanni dei preparativi in piazza e sembrava di essere dentro il film Reality: mamme del sottoproletariato straziate e sfiancate dal sogno e adolescenti con lo stampo di Ruby impresso nel cuore. Tra piazza San Giovanni e piazza Libertà, nella stessa serata, il nostro triste ritratto.

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