21-04-2025
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07/11/2012 -

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LE RISATE DI SUA ECCELLENZA E LE PRIME MOSSE DI DON NELLO DIPASQUALE

Era lei, era lei, anche se la telecamera l’ha ripresa solo per un attimo – la faccia tonda e gli occhi strizzati dal ridere – era la nostra Prefetta Cagliostro allo spettacolo di Crozza. Vederla ci ha rincuorati; una Eccellenza che ride di satira è già un bel passo avanti rispetto alla tetra immaginetta ufficiale dello Stato al femminile: mani giunte e capo chino attorniata da maschie uniformi di tutti i tipi di polizia. Si sganasciava la Cagliostro, sembrava liberata: la Sicilia, anche la piccola Ragusa, era quella di Crozza, disperata e paradossale. Ve lo ricordate lo zio di Mary Poppins che ogni tanto per il forte ridere volava via e stava giorni interi sospeso in aria? L’addio della Cagliostro alla Sicilia -trasferita a Lucca- è stato in quella manciata di secondi; chi sa come stanno le cose sa pure che non c’è speranza ed allora ride, ride, ride sino alle lacrime, ride sino a volar via. Noi ragusani sfortunatamente non trasferibili a Lucca, o in altro paese civile, dobbiamo abituarci ai nuovi assetti: il salto di posizione di Nello Dipasquale da rais a Don. Abbiamo scoperto le prime onorevoli mosse. Martedì mattina all’indomani della elezione, il boss ha dato mandato al suo vice, Giò Cosentini, di iniziare l’operazione facciamo vedere chi comanda. Cosentini con camicia linda, stomaco appagato e scarpa lucida ha fatto il suo ingresso in Provincia facendosi annunciare al commissario Scarso. L’anziano avvocato sempre arzillo e vivace in questi mesi, ha ceduto di fronte all’emissario. Il vecchio democristiano ha capito, ha traballato. Cosentini si è spiegato subito: bisogna rivedere tutto, nomine, incarichi, sottogoverno, partecipate, queste sono le intenzioni di Don Nello Dipasquale. Visita breve, messaggio chiarissimo. Se questa per Crocetta è la rivoluzione della dignità ci sentiamo, per così dire, e con tutto rispetto, per carità, un tantino perplessi. Forse Dipasquale ha ripiegato nelle vecchie abitudini sicule quando ha percepito che Crocetta voleva una giunta di intellettuali? Forse si è sentito naturalmente escluso? Non bastano 7 mila voti per ripulirsi? Che bisogna sapere cantare come a Battiato? Insomma sta storia della rivoluzione e della cultura risultò una rottura di balle e Don Nello ha gettato la maschera: ci vuole l’Imu più alta, zitti e muti, che accussì quattro soldi girano, e del centrosinistra me ne fotto; come ben dice il mio avvocato Sbezzi io sono di sinistra, di destra e di centro. Nelle ultime immagini si è visto Don Nello che mormorava qualcosa a Crocetta, ma il governatore non gli dava retta. L’importante è essere risultato onorevole, il resto conta poco. All’Ars potrà sedersi vicino ad Orazio Ragusa, quello dell’Udc, l’ex forestale, quello che soffre di ignoranza trascurata e quindi incurabile. Insieme con Don Nello farebbero la gioia di Crozza. In attesa di sta rivoluzione della dignità che facciamo? Se incrociamo Cosentini: “Ossequi e tanti auguri all’onorevole e famiglia! Speriamo che prima o poi tocchi anche a Lei”. Poi ci chiudiamo in casa e ridiamo, ridiamo: moriremo dal ridere.

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