I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Ragusa hanno tradotto in carcere Giovanni Cabibbo, il trentaquattrenne di Santa Croce Camerina agli arresti domiciliari dal settembre scorso per le raffiche di mitra Kalashnikov che hanno attinto nello scorso inverno una ditta di legnami e un ristorante nel comune di Santa Croce. Fatti che risalgono alle notti del 21 e 24 di febbraio 2012. Le indagini dei carabinieri di Ragusa, inizialmente dirette nell’area degli usurai e del recupero crediti fai-da-te, s’erano presto spostate nel mondo del gioco e dei relativi debiti. Sembra infatti che il Cabibbo avesse sparato per far capire a un dipendente della ditta di legnami e a un parente del titolare del ristorante che meglio sarebbe stato se avessero reso quei debiti che avevano accumulato sul tavolo da gioco. Qualche giorno dopo i fatti i militari avevano rinvenuto, di fronte a un fondo utilizzato dal Cabibbo a Santa Croce, un caricatore, decine di proiettili e materiali di pulizia e accessori. L’aggravamento della misura è stato deciso perché nel corso del bimestre di domiciliari, l’uomo ha incotrato alcuni amici violando le prescrizioni imposte dal Gip nella misura cautelare. Si sono quindi per lui aperte le porte di via Giuseppe Di Vittorio e mercoledì mattina è stato accompagnato in carcere. L’indagine continua, alla ricerca dell’arma che ha sparato, sicuramente un fucile d’assalto di origine sovietica, un Kalashnikov o qualche sua successiva riproduzione e/o imitazione, come confermato con certezza dai Carabinieri del R.I.S. di Messina ch’erano stati chiamati ad analizzare e confrontare bossoli e ogive trovati nelle tre occasioni a Santa Croce. Tale arma, infatti, è di estrema pericolosità e si dovrà profondere il massimo sforzo al fine di trovarla e di levarla dalla circolazione.
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