Martedì 20 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata dei diritti dei bambini. “Pensiamo importante una celebrazione vera, fatta di consapevolezza e di impegni – ha dichiarato Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana di Noto -. Quanto alla consapevolezza, la più importante è che ogni bambino sia amato. Perché l’attenzione sia effettiva pensiamo che dobbiamo partire dai bambini più esposti senza dimenticare i nostri, quelli di casa nostra. Così, mentre restiamo attenti ai nostri familiari e ai bambini delle nostre case – ha detto ancora Assenza -, potremo trovare un po’ di tempo per dare una mano a chi fa più fatica”. Da qui la proposta della Caritas diocesana di Noto. “A Modica – ha dichiarato ancora Assenza – si possono aiutare i bambini di Crisci ranni a fare i compiti (basta un’ora e mezzo la settimana) o collaborare per l’animazione. Oppure ci si può rendere disponibili per i bambini della Casa don Puglisi per le attività del pomeriggio o della sera; per l’ospitalità nel fine settimana, perché chi non ha una famiglia completa possa sentire il calore di un ambiente familiare – ha detto ancora Assenza -; per stare loro vicini quando qualche bambino è in Ospedale (e ci vogliono a volte turni anche di notte, quando la mamma da sola non ne è capace e la Casa non può restare priva di operatori). Si può aiutare anche in altre esperienze di cura dei bambini, dall’Arca alle Carmelitane. In tutte le relazioni con i bambini, se sappiamo metterci con umiltà “ai piedi della loro crescita”, riceveremo il dono grande della verità. I bambini, infatti – ha dichiarato il direttore della Caritas diocesana di Noto -, sono capaci di dirci parole vere, di far emergere le nostre ambivalenze e di aiutarci a superarle, facendoci esercitare nella trasparenza”. “C’è quindi una scelta più impegnativa, ma possibile e richiesta in molte situazioni ha detto ancora il direttore della Caritas diocesana di Noto -: l’affidamento familiare. Momenti di crisi temporanea pongono il problema di un sostegno che non allontani dalla famiglia di origine. L’affido va preparato e accompagnato, ma fa bene a chi lo riceve e a chi lo offre: si cresce tutti in gratuità! Diventa un ulteriore dono dei bambini. Ma ecco un terzo dono che riceviamo se, nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre parrocchie, come pure nei luoghi di attenzione particolare a chi fa più fatica, impariamo a capire cosa conta per tutti i bambini: aiutarli a sentirsi voluti bene, permette di non spegnere la spontanea capacità di relazione vera e gratuita, aperta e generosa, con cui i bambini accolgono gli altri senza pregiudizi – ha detto Assenza -, rinnovando così l’umanità alla radice”.