Da anni si rinnova la magia del presepe vivente di Monterosso ambientato negli anni 50: il dedalo di viuzze del quartiere antico torna a brulicare di vita, di luce e di atmosfere di un tempo. Mestieri ormai scomparsi ritornano a nuova vita: i curdari, u firraru, u cirnituri, a lavannara, u scarparu. Appena entrati nel percorso si è coinvolti dall’atmosfera natalizia e inzia un viaggio etno-antropologico. Ecco la taverna dove gli avventori sono riscaldati dal vino, dal suono del mandolino e della fisarmonica; la bottega dello scalpellino che plasma la dura pietra. Il suono delle cornamuse avverte che la grotta è vicina. Come d’incanto ecco i Re Magi, l’asinello, il bue, Maria, Giuseppe e il Bambinello. L’Associazione “Amici del Presepe” ringrazia quanti verranno a visitare il presepe ed augura a tutti buone feste.