Nemmeno la pioggia li ha convinti a desistere e a sospendere il presidio del marciapiede davanti al Municipio, che continua giorno e notte dal 27 dicembre. Gli indigenti, ex sussidiati del Comune di Ragusa, mercoledì mattina, nonostante avessero trascorso la notte più difficile, sotto la pioggia battente e privi di alcuna protezione – dal momento che il Commissario non autorizza il montaggio di una tenda – hanno riconfermato la loro volontà di non mollare la lotta. E mercoledì sera uno di loro, il secondo da quando è iniziato il presidio, è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Civile, dopo aver accusato un malore, forti fitte al petto, forse una bronchite trascurata e aggravata dalla situazione di disagio che queste persone stanno vivendo da giorni. I manifestanti hanno comunque deciso di continuare la protesta contro l’eliminazione del servizio di assistenza e integrazione economica sociale, provvedimento che è entrato in vigore dal primo gennaio, ad oltranza. Alle 11 e 30 il commissario straordinario del Comune capoluogo, Margherita Rizza, per la prima volta da quando è partito il presidio, è intervenuta, ma solo in maniera indiretta dato che si trovava a Palermo, informando la Digos che avrebbe potuto autorizzare i manifestanti ad entrare nell’atrio di palazzo dell’Aquila. Gli indigenti hanno valutato la proposta, ma l’hanno subito scartata. “Ci hanno detto – racconta Alessio Virzì – che potevamo entrare per non bagnarci, ma che alle 14 avremmo dovuto sgomberare. A queste condizioni non ci stiamo e preferiamo continuare a bagnarci le “ossa””. C’è ormai un muro contro muro, da una parte gli indigenti dall’altra il commissario. “Le cose sono cambiate, non era possibile più reggere questo impatto economico e gli indigenti devono accettare il nuovo sistema.- afferma il Commissario – La legge di stabilità mi impone le nuove regole, e questi fondi non essendo obbligatori sono i primi che vanno tagliati, d’altronde insieme ad altri”. L’unica “apertura” mostrata da parte del Commissario in merito ad una delle istanze più volte rinnovate dagli indigenti, riguarda la concessione di un confronto che si terrà oggi pomeriggio. “Attendiamo questo incontro – hanno commentato gli indigenti – di qua non ci muoviamo sino a quando non otteniamo il riconoscimento dei nostri diritti”. Fra i manifestanti c’è anche una donna straniera, Fatima, madre di due figli, con uno sfratto pendente. “Senza il lavoro e il sussidio – dice la donna – perdo ogni speranza”.