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11/01/2013 -

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NELLO DIPASQUALE E GIOVANNI COSENTINI: PANE E TULIPANI

pane e tulipaniHa abbandonato gli indigenti (che avevano tutti votato per lui) in mezzo alla strada, ha detto che la colpa di tanta miseria è del suo assessore Ciccio Barone, ci vuole appioppare per forza un ulteriore aumento dell’Imu come una benefica sorsata di olio di ricino, ci ipnotizza come zanzare sotto i caschi gialli dei lampioni di via Roma. Giallo attacco di acetone di giorno, e arancio bilioso la sera. Uno spasso. Vorremmo tanto sapere il nome del tecnico che si è invaghito di quel lampione, fargli una culla ondeggiante tra i tre pali di sostegno e lasciarlo lì a rimirar le stelle e a farci ciao con la manina. Il vero mistero del casco giallo è però la Soprintendenza. Possibile mai che questa sacra istituzione – i carbonari della bellezza –  rutti una qualche vitalità nei dilemmi oscuri e criptici, e poi di fronte all’evidenza dell’orrido non tuoni mai? Quanti misteri! Chissà com’è Nello Dipasquale versione facoltoso? E’ difficile immaginarlo con 17 mila euro al mese, lui che ci raccontava dei pochi spiccioli con cui viveva – il resto andava in beneficenza –  ed ora, a saperlo con le tasche piene… ci fa una tenerezza. Brutto vedere un uomo soffrire, per di più in silenzio… neanche una foto, un’intervista…ca na ffari in confronto gli indigenti! Noi che sapevamo della sua esistenza frugale, al freddo, in villa, a volte persino accucciato dentro una barchetta, con i costruttori che gli portavano la sera un po’ di zuppa calda, i giornalisti che gli accendevano un focherello, e gli ufficiali delle forze dell’ordine che facevano i turni di sentinella come all’altare della Patria! Basta, resisterà, è forte. Certo quando incrocerà i liberi e belli dei 15 deputati grillini che si sono tenuti solo 3000 euro di stipendio gli salteranno i nervi, perché Nello Dipasquale è serio, non è populista, è democristiano, lo ha sempre dichiarato. Ora lui e questi di territorio che si son fatti la campagna elettorale dicendo che non stavano né di qua né di là e che gli piaceva solo Crocetta, in quanto tale e non come ex comunista, che votano, Monti o il Pd ? Ancora Dipasquale non si esprime, forse non gli interessa la politica, sta lì per puro spirito di sacrificio. Ha una sola certezza – quella che non ha più alcun economista, statista e nemmeno l’Europa –  vuole che i
ragusani paghino l’Imu alle stelle. Che dire? Tutti la vogliono togliere tranne lui. Sarà una forma di espiazione collettiva dopo la cementificazione, un fioretto, un’eredità di cassa per il prossimo sindaco? Qualcosa di mistico comunque c’è. Abbiamo notizie di Giovanni Cosentini. Gira insieme a quel ciccione di Aurelio Guccione, non parlano che di salute e povertà. Sarà stata quella luce arancio di via Roma che gli ha infiammato i cervelli! Colpito dai miserabili, li vuole tutti per lui. Ogni giorno fa sparare messaggi a ‘sto Aurelio Guccione – una  specie di budda che si ingrassava con i progetti europei quando lo onorevole-triste era sindaco e tutti si rimpinzavano di sviluppo economico – per spiegare che hanno la ricetta per sistemare gli sventurati. Poveri disgraziati, sarà l’effetto della ennesima dieta, il nervoso nel vedere Dipasquale là dove lui non è riuscito – all’Ars -, la disperata attesa per il posto da manager all’Asp che non arriva, insomma, è fame arretrata: vuole papparsi i bisognosi. E pensare che quando c’era Nello viveva in uno stato di soavità, il nostro Cosentini. Aveva pure i tulipani nella scrivania. Vivevano di niente, pane e poesia.

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