Trentaquattro prescrizioni per assicurare al progetto una perfetta compatibilità ambientale. Sono quelle trasmesse dalla commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (Via e Vas) nell’ambito del procedimento autorizzativo per l’elettrodotto che dovrà unire l’Italia e Malta, passando dalle coste iblee. Il provvedimento della commissione, di cui fa parte anche l’architetto Vera Greco, già soprintendente di Ragusa, in qualità di rappresentante della Regione siciliana, è del novembre scorso. Dopo una scrupolosa analisi (il documento è di una quarantina di pagine) sul territorio interessato dal progetto, ci sono alcune pagine che contengono le 34 prescrizioni. I primi punti riguardano rigorosissime procedure che occorrerà adottare nella fase di realizzazione dell’impianto, compresa la stesura di un progetto di monitoraggio ambientale. Per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, in particolare della Posidonia, sarà obbligo di chi realizza il progetto di reimpiantarne almeno una per ogni Posidonia che dovesse andare distrutta per i lavori. Per proteggere l’habitat delle riserve, dovranno essere installate barriere nei cantieri per evitare la propagazione di polveri, durante i lavori, e di rumori. Tutta una serie di precauzioni che, unite a quelle inserite nel progetto iniziale, fanno ritenere l’opera abbastanza sicura. Il Comune darà un parere negativo, tra l’altro non vincolante, nel corso della conferenza di servizi a Roma del 23 gennaio. In subordine, come nella proposta di delibera che la Rizza presenterà al consiglio comunale lunedì, sarà dato un parere positivo sottoposto ad una serie di condizioni. Due gli aspetti importanti: un ruolo di vigilanza affidato anche al Comune di Ragusa ed una più congrua misura di compensazione, compresa la riqualificazione ambientale dell’aera di sbarco dell’elettrodotto, nella area dell’ex depuratore. Il consiglio comunale ne discuterà lunedì alle 18, al centro direzionale della zona artigianale.