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20/01/2013 -

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PROTESTA INDIGENTI – VOGLIAMO IL LAVORO

La protesta degli indigenti continua perché molti di loro non si sentono come ex sussidiati, ma come lavoratori licenziati dal loro datore, in questo caso il Comune di Ragusa. Questa è la motivazione che i manifestanti di piazza Poste stanno spiegando in questi giorni a chi si ferma accanto alla tenda della Protezione Civile, che da 25 giorni è la loro casa e gli chiede: “Perché non ve ne andate a casa?”. “Noi rispondiamo – dicono che gli indigenti – che lottiamo per riavere il nostro lavoro”. La tenda è il luogo simbolo di questa protesta. In molti pensavano che il presidio sarebbe stato sospeso con la pubblicazione del nuovo bando per l’assegnazione dei sussidi, che non prevede prestazioni lavorative ma solo contributi economici per i più bisognosi. Invece, nonostante il bando e quindi la certezza che il Comune il prossimo mese erogherà sussidi sino alla distribuzione di tutte le risorse finanziarie disponibili (che in questa prima fase sono solo 60 mila euro), la protesta prosegue ad oltranza. “Noi chiediamo il lavoro e non il sussidio – spiega Alessio Virzì – e alcuni di noi stanno riflettendo sul da farsi. Io personalmente allo stato attuale, ritengo che non presenterò l’istanza che deve essere inoltrata entro il 31 gennaio, pur potendo rientrare nella graduatoria dato che sono sposato, disoccupato dopo essere stato licenziato e con un figlio minorenne. Ma il punto è proprio questo: non vogliamo l’elemosina chiediamo di riavere il lavoro che facevamo prima”.  Gli indigenti quindi non sono d’accordo con i bandi di lavoro affidati alle cooperative sociali. E per far vedere che fanno sul serio e non hanno intenzione di mollare hanno deciso di chiedere il montaggio di un’altra tenda, quella in cui, di notte, dormiranno anche le donne.Indigenti 2.1.13

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