Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale etneo nell’ambito di un’indagine condotta dalla polizia stradale di Ragusa e Catania iper presunte truffe. Vittime di falsi piloti d’aerei e di inesistenti dipendenti pubblici erano banche, uffici postali, società finanziarie e concessionarie di auto. Le truffe avvenivano grazie alla falsificazione di documenti di identit, dati anagrafici, buste paga, Cud e modelli unici. Tre persone sono finite in carcere. Si tratta di: Roberto Bellavia, 30 anni, Giuseppe Sant’Angelo, 65 anni e Giuseppe Biffi, 44 anni, tutti catanesi con precedenti. Due persone sono risultate irreperibili, mentre le altre cinque sono ai domiciliari. Sono tutti catanesi, alcuni dei quali con precedenti. Si parla di un giro di truffe per 360.000 euro nei confronti Istituti bancari (accesi finanziamenti non restituiti per 43.000 euro), Finanziarie (accesi finanziamenti, non restituiti, per un importo di 58.000 euro) e di concessionarie di auto e moto per la rimanente parte. Avrebbero anche effettuato, con un 11 carte di credito straniere, transazioni fraudolente per 31.500 euro. L’indagine, condotta dalla Polizia Stradale di Ragusa, è stata avviata nel settembre del 2011, dopo che alcuni componenti della banda, fingendosi piloti ed assistenti di volo di una compagnia aerea, presentando falsa documentazione, avevano acquistato presso una concessionaria ragusana una Jeep del valore di 43.000 (attivando un finanziamento di cui pagavano solo le prime rate) rivendendola dopo pochi giorni ad altra persona, a prezzi molto più bassi di quelli di mercato. Nei giorni successivi al primo acquisto, altri componenti dell’associazione, presentatisi come colleghi del primo acquirente, erano andati presso la stessa concessionaria ragusana per comprare altre vetture (2 Jeep, 1 Freemont). Per fortuna, però, la vendita non era avvenuta per il blocco dei finanziamenti disposto a seguito delle indagini degli agenti. La Polizia Stradale di Ragusa, ipotizzando che si trattasse di una vera e propria organizzazione criminale, ha richiesto le intercettazioni telefoniche e l’indagine si è così allargata a Catania. Le indagini, particolarmente complesse in quanto i componenti utilizzavano falsi documenti, false identità e, durante le intercettazioni, soprannomi, grazie ad investigazioni tradizionali (acquisizione documentale e pedinamenti) effettuati da personale della stradale ragusana nel territorio catanese e ragusano, hanno consentito di identificare tutti i componenti della associazione.