E’ stata la vittima a chiamare il 113. Ha riferito che il suo compagno la voleva uccidere: l’aveva già picchiata selvaggiamente e che per questo era stata costretta a chiudersi in bagno. Dal coraggio di denunciare, la Squadra Volanti della Questura di Ragusa ha scoperto una storia di violenze domestiche e soprusi che andava avanti da più di un anno. Per lui, un 61enne originario di Chieti, è scattato l’arresto. Si tratta di Paolo Rapposelli. L’uomo si era introdotto a casa della giovane donna 30enne approfittando della sua invalidità – certificata al 75% – nonostante i continui rifiuti di lei. Quando gli agenti, venerdì pomeriggio, sono arrivati nell’abitazione nel storico di Ragusa, hanno trovato la donna che chiedeva aiuto, in quanto non riusciva a respirare bene per un forte dolore al petto, motivo per cui l’hanno affidata alle cure del Pronto Soccorso. I medici hanno accertato che, a causa delle lesioni, ha lo sterno e una costola fratturati. Gli agenti sono riusciti a farsi raccontare la storia della convivenza con l’uomo che l’aveva malmenata e che, a quanto pare, si comportava come “padrone” della giovane trattandola male ogni giorno, con continue umiliazioni: la vittima aveva confidato tutto al padre, che aveva invitato l’uomo a non infastidirla ed a lasciare l’immobile che lui stesso le aveva comprato per farla stare tranquilla in quanto la sua volontà era quella di vivere da sola nonostante i problemi di salute mentale. Ma le minacce e le aggressioni sono continuate. Le minacce che quotidianamente subiva erano rafforzate dal fatto che l’uomo possedesse delle armi presso una falegnameria in cui lavorava, con lo specifico scopo di farla vivere nella paura: gli agenti, a seguito delle perquisizioni, hanno rinvenuto nella falegnameria un arco, pugnali, stiletti e balestre, immediatamente sequestrati. L’ultima lite è scoppiata perchè la donna aveva mangiato del cibo che l’uomo non voleva prendesse.