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07/03/2013 -

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L’ANELLO DI GIOVANNI COSENTINI

Giovanni-Cosentini Un Paese senza: senza papa, senza governo, e anche senza sindaco per noi ragusani. Solo Giovanni Cosentini è rimasto ancorato alla pienezza del potere e si è appeso alle fermate degli autobus (appare soddisfatto forse perché un autobus non l’ha mai preso in vita sua) e sorride nel vuoto. Incrociando il suo bel faccione in questi giorni di attesa e di angoscia si sente una piacevole commozione come quando ti capita di sfogliare una vecchia rivista degli anni 50 trovata in un cassetto della casa di nonna. Una tipologia umana in estinzione: capelli all’indietro, ciuffo ingrigito ma è lui, è Paul Anka. Bisogna essere in forma per conquistare il pubblico e infatti GiòPaulAnka, che è sempre stato un po’ grassoccio, rincorre la moda, si è messo l’anello, allo stomaco. Vuole essere magro, lo fa sentire in linea con la crisi, il panzone stona, ricorda Di Gregorio, la epoca democristiana dalle grandi mangiate, e la “mangiucchia” tanto odiata da Crocetta che è uno che sfonda nel video e nel popolo. E’ sfigato, però, l’ex vice sindaco: il gran capo, l’onorevole Nello Dipasquale, gli ha mollato le tre sigle – Ragusa Domani, Ragusa Grande di Nuovo, e Territorio – talmente decrepite che manca Nilla Pizzi con Papaveri e Papere e l’operazione nostalgia è fatta, mentre il boss si è assicurato poltrona e pagnotta con il nuovo che piace. Beh, si fa quel che si può e Cosentini è, comunque, ammirevole; la spinta al cambiamento la sente anche lui, nelle viscere: ha l’anello e due stomaci. Uno piccolo, superficiale, per una individualità ben presentabile ed ecosostenibile, l’altro è nascosto, occultato all’interno, profondo. Da lì tutto è passato, tutto è stato macinato, e tutto il digerito ha portato lustro e ricchezza. Ora il forziere si è chiuso, il passato è stato sigillato con tenaglie, con l’anello. Un tempo ai nobili come Giovanni Cosentini l’anello era il simbolo per imporre obbedienza, e ogni appetito era libero; l’anello di questa campagna costringe, invece, alla moderazione rendendo il superfluo inopportuno e persino nauseante. La frugalità di Cosentini è sincera? Pentito non sembra se rivendica il diritto al governo nel nome della continuità, ovvero quella grande e fantastica abbuffata a fianco di Nello Dipasquale. Sono manifestazioni di adattamento, lievi scompensi, che suscitano tenerezza. Per stare dietro a ‘sta storia del cambiamento gli tocca mangiare la minestrina. Lo fa con garbo e squisitezza, ma l’anima vera è un’altra e riaffiora con tanto di tattica: anche la brodaglia ha una funzione politica, è un messaggio rassicurante che parla alla pancia del suo elettorato. Sì il suo elettorato, quello di Giovanni Cosentini, perchè lo sanno tutti che la minestrina è di destra.

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