La Guardia di Finanza ha acquisito una serie di documenti, in particolar modo i verbali delle sedute del consiglio comunale, riguardanti il voto dell’aula sull’interpretazione dell’articolo 48 delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale. L’acquisizione è stata chiesta alle Fiamme gialle dalla Procura a seguito di una segnalazione. Era stata Legambiente, qualche giorno dopo il voto di venti giorni fa, a chiedere alla Procura di fare chiarezza sull’argomento. La questione è legata alle costruzioni in zona agricola. Con il proprio atto, il consiglio comunale, ha condiviso l’interpretazione di quell’articolo data dal dirigente dell’Ufficio tecnico, Michele Scarpulla, interpretazione che consente di dare l’ok a costruzioni in verde agricolo a tutti e non solo agli agricoltori. La proposta era passata dopo un lungo tira e molla con la vecchia opposizione. In prima seduta era mancato il numero legale, il giorno seguente è arrivato il sì, risicato, con il placet dei gruppi vicini all’ex sindaco Nello Dipasquale. Toccherà adesso agli inquirenti capire se tutto l’iter sia stato regolare. Forti dubbi erano stati espressi da alcuni consiglieri come Salvo Martorana dell’Italia dei Valori, Nino Barrera del Pd (vicino al secondo circolo) e dall’avvocato Enrico Platania, consigliere del Movimento Città. Proprio quest’ultimo aveva invitato i colleghi a stare attenti a votare l’atto. “Un atto incomprensibile – aveva detto – che rappresenta un modo surrettizio di interpretare la norma. Non capisco perché il dirigente si stia rivolgendo al consiglio invece di concedere le concessioni, cosa in suo pieno potere e che, a quanto pare, ritiene legittimo fare”. Sulla possibilità di costruire o meno, c’era stato l’intervento dell’avvocato del Comune, Sergio Boncoraglio. La sua interpretazione e le spiegazioni date in commissione, tuttavia, non sono servite a convincere i consiglieri su una visione più restrittiva rispetto all’orientamento di Scarpulla, che cioè chiunque, rispettando qualche parametro, può costruire in verde agricolo. Sull’argomento interviene il Movimento 5 Stelle che assicura: nel nostro programma c’è lo stop al consumo del territorio. In realtà anche altri esponenti politici, oggi alleati di chi ha dato il via libera al cemento in zona agricola, assicura che non sarà “consumato” altro territorio.