In occasione della Festa della Repubblica il Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, ha insignito della medaglia d’onore due cittadini iblei: Salvatore Lucchesi di Vittoria e Rosario Nicastro di Scicli. L’avvocato Lucchesi, vivente e residente a Vittoria, era ufficiale degli Alpini della Divisione Julia. Nella primavera del 1944 viene catturato a Udine dalla S.D. (Sicherheits dienst – il Servizio Segreto delle SS) che lo sottopone a tortura. Successivamente viene deportato a Dachau, il primo campo di concentramento nazista, situato a circa 16 km a nord-ovest di Monaco di Baviera, aperto su iniziativa di Himmler, dopo la presa del potere di Hitler. Liberato dai soldati americani, nella primavera del 1945, viene finalmente rimpatriato. Sposatosi e padre di due figlie, Graziella e Luciana, dopo la guerra riesce a laurearsi in Giurisprudenza, occupandosi nella vita dell’amministrazione della proprietà della famiglia. L’altro insignito, anch’egli vivente, è il signor Rosario Nicastro residente a Scicli. Facente parte della Divisione Pasubio del Battaglione Valchiampa partecipa alla guerra del 1943-1945, combattendo contro i nazisti per la liberazione del nostro Paese. Durante un’operazione militare viene catturato, unitamente ad altri commilitoni, nei dintorni della città di Verona e rinchiuso nel carcere di Rovereto. A seguito del bombardamento della città viene trasferito nel campo di transizione (poi campo di concentramento) di Bolzano, comprendente diversi capannoni, dove i prigionieri venivano ammassati a seconda delle ideologie, delle etnie e delle religioni. Vi era a Bolzano anche uno specifico fabbricato adibito alle torture, adeguatamente attrezzato di forno crematorio e camera a gas. Ogni mattina, sotto la stretta sorveglianza delle SS, insieme ad altri prigionieri, Nicastro veniva portato a lavorare in un magazzino dove, senza sosta, era costretto a scaricare e sistemare quanto i soldati nazisti riuscivano a razziare sul territorio nazionale. La sera veniva ricondotto al campo unitamente ai sopravvissuti della giornata, i quali erano spesso costretti a litigare tra loro per un po’ di acqua e alcune bucce di patate. Le atrocità e le violenze di quei giorni rimarranno impresse, indelebili, nei ricordi della vita di Salvatore Lucchesi e Rosario Nicastro. Per non dimenticare, per dare alle nuove generazioni la possibilità della memoria e di un giudizio netto sulle atrocità del nazifascismo, la Repubblica onora questi nostri concittadini.